21 agosto 2019

The enchanted drawing (J. Stuart Blackton, 1900)

The enchanted drawing
di James Stuart Blackton – USA 1900
con James Stuart Blackton

Visto su YouTube.

Il cinema di animazione, se vogliamo, nasce addirittura prima del cinema stesso: basti pensare alle classiche ombre cinesi, ad apparecchi come lo zootropio o alla lanterna magica. Il "teatro ottico" di Charles-Émile Reynaud, con le sue "pantomime luminose" (ne ho parlato qui), offrì poi per la prima volta quelli che possiamo chiamare "disegni animati". E pochi mesi dopo la nascita del cinema vero e proprio, Méliès già sperimentava con la tecnica dell'arresto della ripresa (stop action) per far sparire, muovere, trasformare o riapparire oggetti inanimati sullo schermo. Nel 1898, nel film "La Luna a un metro", il regista francese presentò addirittura una brevissima sequenza di "disegni animati" sulla lavagna di un astronomo. Ma sarà il disegnatore e fumettista James Stuart Blackton – un cartoonist inglese emigrato in America, dove nel 1897 aveva fondato (insieme ad Albert E. Smith) la casa di produzione Vitagraph – a sfruttare ampiamente la tecnica per produrre una serie di pellicole in cui i disegni sembrano letteralmente "prendere vita", sia pure in maniera grezza e primordiale (il movimento non è ancora continuo). Il primo di questi film, distribuito nel novembre del 1900 (anche se la lavorazione era cominciata forse già l'anno precedente), è "The enchanted drawing", nel quale si vede lo stesso Blackton disegnare su un grande foglio di carta il volto caricaturale di un personaggio e poi alcuni oggetti (una bottiglia, un bicchiere, un cappello, un sigaro) con i quali interagisce (portandoli "fuori" dal disegno, e poi rimettendoli "dentro"), provocando diverse reazioni sul volto del personaggio (che passa da allegro, a irato, a triste). Perfezionando la tecnica, e passando formalmente dalla stop action alla stop motion (ovvero alla vera e propria animazione "a passo uno"), Blackton continuerà a realizzare altri film animati pionieristici, come "Humorous phases of funny faces" (1906) e "The haunted hotel" (1907), finendo con l'ispirare Émile Cohl, ovvero il primo animatore su pellicola, e Winsor McCay.

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