Freaks out (Gabriele Mainetti, 2021)
Freaks out
di Gabriele Mainetti – Italia 2021
con Aurora Giovinazzo, Franz Rogowski
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Visto in TV (Prime Video).
Nella Roma occupata dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale, quattro freak di un circo, dotati di "superpoteri" – il forzuto "uomo bestia" Fulvio (Claudio Santamaria), l'albino Cencio (Pietro Castellitto) in grado di comunicare con gli insetti, il nano Mario (Giancarlo Martini) dal corpo magnetico, e la giovane Matilde (Aurora Giovinazzo) che controlla l'elettricità – devono vedersela con il tedesco Franz (Franz Rogowski), pianista con sei dita e capace di scrutare nel futuro, che intende reclutarli per impedire il crollo del Terzo Reich. Il secondo film di Mainetti, dopo il successo di "Lo chiamavano Jeeg Robot", è un'altra variante "all'italiana" del cinema di supereroi, ma con molte più ambizioni: la collocazione storica e la combinazione di eventi bellici ed elementi fantastici fanno pensare a un mix fra "Il labirinto del fauno" di Del Toro, i film della Marvel e i "Bastardi senza gloria" di Tarantino, mentre la presenza dei freak e del circo ricordano certe cose di Jodorowsky ("Santa sangre") o De la Iglesia ("Ballata dell'odio e dell'amore"). Il problema è che il film ha il difetto di... provarci un po' troppo. La confezione è troppo patinata e ricercata, fra effetti speciali e fotografia ipercorretta che gli donano un'estetica fredda, finta e fastidiosa; i dialoghi sono espositivi (e la presa diretta li rende a tratti difficili da capire, anche perché spesso coperti dalla musica o dai rumori); personaggi e situazioni sono artificiali o infantili; e le caratterizzazioni sono schematiche e prive di sottigliezza (vedi per esempio i nazisti tutti cattivissimi – a proposito, è possibile che a Roma ci siano solo nazisti, e nemmeno un fascista? – o i partigiani menomati che cantano "Bella ciao"). Il personaggio più interessante è comunque l'antagonista, Franz (e la sequenza migliore quella delle sue allucinazioni sotto l'influsso dell'etere): e però, nessuno, nemmeno lui, si rende conto che il potere di vedere il futuro sarebbe molto più importante degli altri per vincere la guerra? Troppo lunga e fracassona la battaglia finale. Giorgio Tirabassi è Israel, direttore della compagnia circense, Max Mazzotta è il Gobbo, capo dei partigiani.