The young pope (Paolo Sorrentino, 2016)
The Young Pope
di Paolo Sorrentino – Italia/Francia/Spagna 2016
con Jude Law, Silvio Orlando
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Visto in divx alla Fogona, con Marisa.
Miniserie televisiva in 10 episodi di circa un'ora ciascuno, ideata, scritta e realizzata da Sorrentino (alla prima esperienza in questo campo) con una produzione e un cast internazionale. Visto l'ottimo riscontro di pubblico e di critica, è già in cantiere un sequel, che si intitolerà "The new pope". La storia racconta il pontificato (immaginario) di Pio XIII, al secolo Lenny Belardo (Jude Law), americano quarantasettenne che viene eletto a sorpresa dal conclave riunito in Vaticano. I cardinali, guidati dal potente segretario di stato Angelo Voiello (Silvio Orlando, ispirato alla figura di Tarcisio Bertone), lo scelgono nella speranza di poterlo manipolare a proprio piacimento, contando sulla sua inesperienza e sulla giovane età. Ma Lenny si rivela subito indipendente, irriverente, ambizioso e soprattutto imprevedibile. Se da un lato il suo pontificato è conservatore (anzi, reazionario) e all'insegna dell'intransigenza (con chiusura estrema verso il dialogo politico o l'omosessualità nel clero, e con l'intenzione di restaurare l'antico potere della Chiesa), dall'altro l'atteggiamento del nuovo papa è diverso da tutti quelli che l'hanno preceduto: rifiutando di apparire in pubblico (per essere "invisibile e irraggiungibile come una rock star") o di mostrarsi conciliante verso i credenti (al punto da rendersi controverso e impopolare), si aliena magari alcune simpatie ma costruisce attorno a sé un'aura di mistero che ne accresce a dismisura la fama. E soprattutto, conquista pian piano la fiducia e l'ammirazione di coloro che gli stanno attorno (a cominciare da Voiello) e che non esitano a considerarlo un santo, anche perchè in effetti sembra avere un rapporto privilegiato con Dio (che esaudisce, in alcune occasioni, le sue preghiere). Con una strizzatina d'occhio a Fellini (situazioni e momenti surreali, come la presenza del canguro nei giardini del vaticano, ricordano comunque scene già viste ne "La grande bellezza") e un'altra a Nanni Moretti (alcune sequenze, come le suore che giocano a calcio, sembrano uscire da "Habemus papam"), Sorrentino porta avanti con amore le vicissitudini del suo personaggio, insistendo sui suoi pregi e i suoi tanti difetti (è egocentrico, megalomane, sociopatico, vendicativo, scostante, arrogante, borderline), dapprima in un'atmosfera di complotti e intrighi (Voiello pensa di poterlo ricattare) e poi analizzando man mano le motivazioni del suo comportamento.
Tutto risale alla sua infanzia ("I preti non possono diventare padri perché devono rimanere bambini"), al fatto di essere stato abbandonato dai suoi genitori, che quando aveva sette anni lo lasciarono nell'orfanotrofio di Suor Mary (Diane Keaton). E il desiderio di ritrovarli, questi genitori che compaiono di frequente nei suoi sogni, è il motore di tutte le sue azioni. Provocatorio, onirico, filosofico, tutt'altro che canonico dal punto di vista religioso (si solleva il dubbio che Lenny in realtà non creda veramente in Dio: ma in generale gli aspetti metafisici e spirituali restano sullo sfondo), il serial è diretto con maestria ed eleganza (belle e affascinanti le immagini dei corridoi, delle lussuose stanze e dei giardini del Vaticano, ricolme di opere d'arte, molte delle quali fanno mostra di sé nella sigla d'apertura), anche se il formato della serie televisiva porta inevitabilmente con sé alcuni difetti congeniti: la vicenda risulta troppo "spalmata", con sottotrame e personaggi minori che distraggono o divagano troppo (così come le "trasferte" in Africa e negli Stati Uniti in un paio di episodi). Apprezzabili comunque i riferimenti alla realtà: oltre alla facile identificazione di alcuni personaggi con controparti reali, si sfiorano – attraverso il meccanismo della provocazione per eccesso – molti temi legati al clero, alla religione e alla società ai giorni nostri. E il cast è sicuramente ottimo: al trio Law (un giovane papa fumatore ed edonista, "più bello di Gesù"), Orlando (un cardinale intrigante e tifoso del Napoli), Keaton (una suora-consigliera e surrogato della figura materna), si affiancano James Cromwell (il cardinale Spencer, mentore di Larry, che nutre rancore nei suoi confronti perché sperava di diventare lui stesso papa), Javier Cámara (il mite cardinale Gutierrez, incaricato dal pontefice di una delicata trasferta americana per "incastrare" un arcivescovo pedofilo), Scott Shepherd (Dussolier, il tormentato amico d'infanzia di Lenny ) e Ludivine Sagnier (Esther, moglie di una guardia svizzera, che sviluppa con il papa un legame speciale). Cécile de France è la responsabile del marketing del Vaticano, Marcello Romolo è Don Tommaso (confessore e confidente del papa), Toni Bertorelli è l'anziano e ambiguo cardinale Caltanissetta, Stefano Accorsi è il presidente del consiglio italiano (modellato su Matteo Renzi).