Le manoir du diable (G. Méliès, 1896)
Il maniero del diavolo (Le manoir du diable)
di Georges Méliès – Francia 1896
con Georges Méliès, Jeanne d'Alcy
Visto su YouTube.
Lungo ben tre minuti (il triplo di una normale pellicola fino ad allora), questo film è considerato il primo horror della storia del cinema, anche se come al solito lo scopo di Méliès era più quello di divertire il pubblico che di spaventarlo. Un pipistrello gigante si aggira nelle sale di un castello, prima di tramutarsi in forma umana (il diavolo, come recita il titolo, o magari un vampiro?). Dopo aver fatto apparire dal nulla un enorme calderone e (con uno sbuffo di fumo) un servo deforme, il demonio fa uscire una donna dal paiolo. Poi fa di colpo sparire tutto (compreso sé stesso) prima che giungano due uomini (dal loro abbigliamento, si capisce che siamo nel medioevo). I due cavalieri vengono presi di mira con "scherzi" di vario tipo (mobili che si spostano, scheletri che appaiono), e infine sfidati apertamente dal diavolo e dalla sua congrega di streghe (ammantate di bianco, con scope e nasi adunchi). Uno dei due fugge, ma l'altro sfrutterà una croce appesa alla parete per scacciare il demonio. Che dire? I cliché del genere ci sono tutti (magia nera, vampiri, fantasmi, scheletri, streghe) e la vicenda ha poco contesto, ma la lunghezza della pellicola e la densità di avvenimenti lo rendono, per l'epoca, quasi un piccolo "kolossal". Méliès sfrutta trucchi cinematografici (il solito jump cut, le sostituzioni) e teatrali (il pipistrello che vola) in maniera semplice ma efficace. La donna che esce dal calderone è Jehanne d'Alcy, attrice che recitava in molti dei suoi film (e che diventerà poi sua moglie). Il diavolo (ma non è certo) potrebbe essere interpretato da Jules-Eugène Legris. Fino al 1988 la pellicola era considerata perduta, ma in quell'anno ne venne trovata una copia in un archivio in Nuova Zelanda. L'anno successivo Méliès realizzerà un film assai simile anche se meno lungo e ambizioso, "Le château hanté", alcune copie del quale saranno addirittura colorate a mano.
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