20 ottobre 2023

Il sol dell'avvenire (Nanni Moretti, 2023)

Il sol dell'avvenire
di Nanni Moretti – Italia 2023
con Nanni Moretti, Silvio Orlando
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Visto in TV (Sky Cinema), con Sabrina.

Il regista Giovanni (Moretti) si appresta a girare il suo nuovo film, ambientato negli anni cinquanta e incentrato sulla crisi di coscienza di Ennio (interpretato dall'attore Silvio Orlando), segretario di una sezione del partico comunista italiano, di fronte alla brutale repressione sovietica della controrivoluzione ungherese. E nel frattempo Giovanni deve fare i conti con la volontà di Paola (Margherita Buy), sua compagna e produttrice da quarant'anni, di lasciarlo, sia personalmente sia professionalmente. Moretti torna a recitare sé stesso, in un film con tutti i suoi vezzi, le ossessioni e le caratteristiche: le nevrosi, le difficoltà relazionali, i turbamenti politici, l'amore per la canzone italiana (con brani di Battiato, Tenco, De André, ma anche "Think" di Aretha Franklin), la cinefilia un po' snob (si mostrano scene da "Lola" di Demy e da "La dolce vita", si citano nei dialoghi Kieslowski, Cassavetes, i Taviani) che si accoppia al disagio di fronte al cinema moderno (le frecciatine a Netflix, con i suoi rappresentanti che continuano a ripetere che "i nostri prodotti sono visti in centonovanta paesi" e che nella pellicola di Giovanni manca "il momento what the fuck"), evidente anche nella scena in cui il protagonista contesta a un giovane regista emergente (Giuseppe Scoditti) di essere troppo "innamorato della violenza" ("La scena che stai girando fa male al cinema!") e di usarla come intrattenimento, "senza peso", e chiama a dargli manforte personaggi come Renzo Piano, Chiara Valerio e Corrado Augias (nei panni di sé stessi), una sequenza che ricorda quella di Woody Allen con Marshall McLuhan in "Io e Annie". Aggiungiamoci la consapevolezza del tempo che passa: il distacco dalla modernità, la decisione di voler girare più spesso (e non solo "un film ogni cinque anni"), e ovviamente l'idea della morte che si avvicina: il soggetto del film nel film prevedeva in effetti una conclusione cupa (un nichilismo che però piace ai produttori coreani), poi cambiata all'ultimo momento e trasformata in un'utopia socialista, con una "felliniana" sfilata del circo, cui partecipano tutti i personaggi (e anche alcuni volti noti extra, ovvero i protagonisti di molti film precedenti di Moretti, fra cui Alba Rohrwacher, Jasmine Trinca, Giulia Lazzarini, Lina Sastri e Renato Carpentieri) e che si conclude con lo stesso Moretti che saluta lo spettatore. Chi ama il regista si troverà di sicuro a suo agio, come di fronte a un vecchio amico di cui conosce pregi e difetti. Barbora Bobulova è l'attrice che recita insieme a Orlando. Nel cast di contorno si riconoscono Mathieu Amalric (il produttore francese, che gira insieme a Giovanni per le strade di Roma di notte in monopattino elettrico), Valentina Romani (Emma, la figlia di Giovanni, autrice delle musiche del film), Jerzy Stuhr (il suo fidanzato, ambasciatore polacco), Teco Celio (lo psicoanalista da cui va Paola) e Zsolt Anger (il direttore del circo). Nella scena iniziale, il titolo del film viene dipinto a grandi lettere rosse sul muro delle arcate di un ponte sul Tevere.