25 agosto 2020

Tolkien (Dome Karukoski, 2019)

Tolkien (id.)
di Dome Karukoski – USA 2019
con Nicholas Hoult, Lily Collins
*1/2

Visto in TV.

Pellicola biografica su J.R.R. Tolkien, l'autore de "Il Signore degli Anelli": ma il film si concentra sui suoi primi anni di vita, quelli formativi e dell'adolescenza, interrompendosi dunque prima che iniziasse a scrivere i romanzi che lo hanno reso celebre, ovvero "Lo Hobbit" e la trilogia dell'anello. Si comincia nel 1902, quando il futuro scrittore, all'età di dieci anni, si trasferisce con la madre e il fratello Hilary dall'idilliaco villaggio di Sarehole (che ispirerà la Contea) alla moderna città di Birmingham. Qui, dopo la morte della madre, il giovane J.R.R. viene affidato a un prete cattolico, padre Francis Morgan (Colm Meaney), e si innamora di Edith Bratt (Lily Collins), che diventerà sua moglie (e gli farà capire che "una parola senza significato è solo un suono"). Nel frattempo comincerà a inventare da solo lingue e leggende, farà amicizia con un gruppo di studenti della King Edward's School di Birmingham, con i quali formerà un club artistico, culturale e letterario (il TCBS, Tea Club and Barrovian Society) e con cui rimarrà in contatto anche dopo il trasferimento all'Università di Oxford dove si dedicherà alla sua vera passione, le lingue antiche. A fare da cornice al tutto c'è la scioccante esperienza della Grande Guerra (Tolkien combatté nella Battaglia delle Somme), fra trincee, terra bruciata e morti, che ispirerà gli scenari di Mordor (ad accompagnarlo c'è anche un Sam). Nonostante la buona confezione (è il primo film in lingua inglese del regista finlandese Dome Karukoski) e una complessiva fedeltà agli eventi storici e biografici, il lungometraggio manca purtroppo di mordente e di profondità, preferendo appoggiarsi sulle solite banalità su amore e amicizia anziché approfondire temi più peculiari come il rapporto fra il quotidiano e il fantastico, la religione, la mitopoiesi e il significato mitologico delle creazioni letterarie. Insomma, come tante biografie sceglie di "normalizzare" il personaggio per mostrarne i lati più comuni anziché esaltarne le caratteristiche uniche. Forse il problema è che la vita dello scrittore non era così interessante da farci un film, che dunque può risultare appetibile giusto per i fan della Terra di Mezzo (io stesso in passato ho letto svariate sue biografie). O al limite era meglio dedicare la pellicola al periodo successivo della vita di Tolkien, quello appunto dei grandi romanzi e della frequentazione con gli Inklings, probabilmente più stimolante e meno stereotipato. Lo stesso Tolkien, fra parentesi, era convinto che "investigare sulla biografia di un autore sia un modo inutile e sbagliato di accostarsi alle sue opere". Non del tutto convincente Hoult nel ruolo del protagonista. Nel cast anche Harry Gilby (Tolkien da bambino) e Derek Jacobi (il professor Wright).

2 commenti:

Bruno ha detto...


Visto il film, mi è abbastanza piaciuto. Secondo me hanno scelto di narrare il periodo giusto... Penso che la vita di Tolkien adulto, comodo a casa a fare il prof e a scrivere i suoi libri, non sarebbe stata utilizzabile per un film, che deve per forza esaltare gli aspetti di avventura. Però, forse, qualche "flash forward" in più sul Tolkien maturo e poi anziano lo avrei visto volentieri.

Non sempre fedele a quello che sappiamo della vita di Tolkien, la pellicola fa comunque riflettere sulle difficoltà che quest'uomo ha dovuto superare.

Christian ha detto...

Invece a me ha detto ben poco, l'ho trovato poco brillante nella regia e nelle interpretazioni, e ho fatto fatica a riconoscere Tolkien in questo personaggio così giovane. Continuo a pensare che gli anni formativi dovessero sì essere trattati, ma non al punto da farne l'oggetto dell'intero film. In ogni caso, ritengo che si tratti di una pellicola superflua, girata probabilmente solo per accodarsi al successo dei film di Peter Jackson.