Cuore selvaggio (David Lynch, 1990)
Cuore selvaggio (Wild at heart)
di David Lynch – USA 1990
con Nicolas Cage, Laura Dern
**1/2
Rivisto in DVD, con Sabrina.
Sailor Ripley (Nicolas Cage), delinquente di piccolo calibro appena uscito di prigione, e la sua fiamma Lula Fortune (Laura Dern) sono in fuga dal North Carolina verso la California per sfuggire alla madre di lei, la gelosissima Marietta (Diane Ladd). Questa però sguinzaglia sulle loro tracce sia un detective privato, Johnnie Farragut (Harry Dean Stanton), che il gangster di cui è l'amante, Marcelles Santos (J.E. Freeman), il quale a sua volta assolda alcuni killer per eliminare Sailor e il rivale Johnnie: si tratta del subdolo Bobby Peru (Willem Dafoe) e delle sorelle Perdita e Juana Durango (Isabella Rossellini e Grace Zabriskie). Il quinto lungometraggio di David Lynch è un'originale e romantica fiaba on the road, violenta e barocca, talmente ricca di elementi bizzarri e di personaggi grotteschi e sopra le righe da risultare quasi random (molti di essi avrebbero meritato un maggiore approfondimento, anziché darsi il cambio solo per far numero). Nonostante ciò, la trama è più lineare di quanto possa sembrare e affonda le sue radici nell'immaginario pop e retrò, e a volte kitsch, degli Stati Uniti del sud: vedi le numerosissime citazioni da "Il mago di Oz", Nicolas Cage con la giacca di serpente che canta le canzoni di Elvis Presley, il viaggio attraverso luoghi caratteristici come New Orleans e il Texas. Lynch, come fa spesso, narra la vicenda come se si trattasse di un ininterrotto flusso di coscienza e riesce a rendere vivi e plausibili personaggi in realtà assurdi e surreali. Alcune situazioni sembrano addirittura anticipare certe cose di Tarantino, anche se la visionarietà lynchiana rende il tutto più una fiaba moderna che una pellicola "pulp". Quello in cui i due amanti si barcamenano, cercando di ribellarsi alle difficoltà mantenendo il proprio amore come unico punto di riferimento, è – per dirla con le parole di Lula – "un mondo cattivo, senza pietà, che racchiude dentro di sé un cuore selvaggio". Un mondo in cui sesso, violenza e rock'n'roll giocano un ruolo importante, e dove la morte è sempre in agguato (si pensi ai tanti incidenti stradali che i due protagonisti incrociano sulla loro strada). Da sottolineare, come detto, la ricca colonna sonora, usata spesso in maniera diegetica, e i continui riferimenti a "Il mago di Oz": dalle scarpette rosse di Lula (e quelle nere e attorcigliate, da strega appunto, della madre) ai colori stessi della fotografia che ricordano il technicolor del film del 1939, fino all'apparizione salvifica della "strega buona" (interpretata da Sheryl Lee) nel finale. Ispirato a un romanzo di Barry Gifford (di cui Lynch cambiò la conclusione), il film vinse la Palma d'Oro al Festival di Cannes e confermò una volta di più il talento visionario del regista, che ormai cominciava a debordare senza freni dalle sue opere. Curiosità: Laura Dern (già presente, come la Rossellini, nel precedente lavoro di Lynch, "Velluto blu") è figlia di Dane Ladd anche nella vita reale. Nel cast anche W. Morgan Sheppard (il signor Reindeer), Sherilyn Fenn, Crispin Glover e Pruitt Taylor Vince.
6 commenti:
Uno dei miei on the road preferiti.
Vero, c'è tutto l'immaginario americano ma anche lynchiano... un elemento si ritrova anche in Twin Peaks se ben ricordo :)
Moz-
Quando lo girò, Lynch aveva appena terminato di realizzare la puntata pilota di "Twin Peaks", tanto che in questo ritroviamo diversi attori del serial, come Sheryl Lee (Laura Palmer) e Sherilyn Fenn.
Un'altra curiosità: il personaggio di Perdita Durango (qui interpretato da Isabella Rossellini) tornerà nel film omonimo di Álex de la Iglesia.
Sconcertante ma un trip da fare almeno una volta nella vita!
Sì, e questo vale per quasi tutti i film di Lynch!
Sì, ma mi pare ci sia un elemento che riappare in Twin Peaks 3! 💪😉
Moz-
Ah, intendi la nuova serie? Non l'ho (ancora) vista!
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