2 gennaio 2020

Mary Jane's mishap (G. A. Smith, 1903)

L'errore di Mary Jane (Mary Jane's mishap)
di George Albert Smith – GB 1903
con Laura Bayley
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Visto su YouTube.

Una cameriera pasticciona (interpretata dalla moglie del regista, Laura Bayley) dapprima si macchia la faccia col lucido da scarpe, e poi ha la bella pensata di versare della paraffina nella stufa per accenderla più facilmente... col risultato di saltare (letteralmente) in aria. Al cimitero, le donne che visitano la sua tomba sono spaventate dall'apparizione del suo fantasma. Questa pellicola è importante perché rappresenta uno dei primi esempi di utilizzo espressivo del cosiddetto “raccordo sull'asse”, ovvero il montaggio (cito da Wikipedia) di “due inquadrature di cui la seconda è sulla stessa linea della prima, come se si guardasse dallo stesso punto di vista, ma più vicina oppure più lontana. L'effetto è quello di un balzo in avanti o indietro sullo stesso asse”. Il cinema insomma si allontana sempre più dal teatro, sfruttando strumenti e potenzialità del tutto uniche. George Albert Smith aveva già alternato l'inquadratura di un dettaglio in primo piano al totale in alcuni lavori precedenti (“Grandma's reading glass” e “As seen through a telescope” del 1900), ma in quei casi aveva usato dei mascherini circolari per “simulare” l'utilizzo di una lente di ingrandimento o di un cannocchiale: lo spettatore, insomma, “vedeva” quello che vedeva il protagonista del film. In questo caso invece (così come in “The little doctors” del 1901, andato perduto, e nel suo remake “The sick kitten” del 1903, dove due bambini giocavano a curare un micino malato), l'inserimento di inquadrature ravvicinate serve a mettere in risalto dei dettagli non visibili nel campo totale che fa da cornice all'intera vicenda. Se quest'ultimo ci mostra infatti l'ambiente completo, cioè la cucina, con il personaggio a figura intera, una serie di inquadrature a piano medio o a mezza figura consentono allo spettatore di apprezzare meglio Mary Jane che sbadiglia, che si sporca la faccia (regalandosi un paio di baffi!), che si guarda allo specchio ridendo (e ammiccando al pubblico!), e infine che versa la paraffina nella stufa, rendendo ben leggibile la scritta sulla tanica. La scena dell'esplosione, con tanto di effetti speciali (le parti del suo corpo che volano grottescamente in alto) è seguita da quella conclusiva nel cimitero, dove – anche in questo caso – un'inquadratura più ravvicinata ci permette di leggere l'ironica scritta sulla lapide: “Here lies Mary Jane who lighted the fire with paraffine - Rest in pieces”. La conclusione con il fantasma (realizzato col trucco della sovrimpressione e della doppia esposizione) poteva servire a risollevare il morale del pubblico, visto che si trattava in ogni caso di uno sketch comico (con aspetti grotteschi da cartoon).

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