1 gennaio 2020

Il regno delle fate (Georges Méliès, 1903)

Il regno delle fate (Le royaume des fées)
di Georges Méliès – Francia 1903
con Georges Méliès, Marguerite Thévenard
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Visto su YouTube.

Dopo l'enorme successo del “Viaggio nella Luna” che aveva realizzato l'anno precedente, Méliès mise in cantiere altre lunghe e sofisticate pellicole di genere fantastico-avventuroso. A cominciare da quello che per molti critici rimane uno dei suoi lavori migliori (per fattura) e più ambiziosi, una movimentata fiaba ispirata – fra le altre cose – alla “Bella addormentata” di Charles Perrault. Al matrimonio della principessa Azurine (Marguerite Thévenard) con il principe Bel-Azor (Méliès stesso) appaiono quattro fate che recano doni, ma anche una strega cattiva, furiosa per non essere stata invitata, che rapisce la principessa e la fa portare nel suo castello da un'orda di demoni infernali. Armato di elmo, spada e scudo d'argento donatigli dalla fata Aurora (Bleuette Bernon), il principe salpa con i suoi uomini per andare a salvarla, ma la loro nave è affondata da una tempesta evocata dalla strega. Le fate li soccorrono e li conducono (su carrozze trainate da pesci) al regno sottomarino di Nettuno, da dove ritornano sulla terraferma portati in bocca da un'enorme balena. Penetrato nel castello della strega, il principe salva la propria sposa e, con l'aiuto di Aurora, sconfigge la megera. Il film si conclude con il corteo trionfale e i dovuti festeggiamenti (nonché l'apparizione delle culle con i numerosi principini che nasceranno!). Lungo circa 16 minuti, diviso in più tableaux, sontuoso per costumi e scenografie (che appaiono ancora più ricche nelle copie colorate a mano), il film impressiona per la commistione sempre più perfetta fra i "trucchi" da palcoscenico (fondali dipinti e semoventi, modellini, fumogeni, botole, carrucole, ecc.) e quelli cinematografici (stop action, sovrimpressioni, dissolvenze). Spettacolari, in particolare, le scene sottomarine, con veri pesci e crostacei che si muovono davanti ai personaggi (fra la macchina da presa e la scena fu collocato un acquario come nel precedente “Visite sous-marine du Maine”), e alcune rudimentali animazioni (vedi la sequenza dei fondali che si aprono l'uno dopo l'altro, che sembra anticipare l'effetto della multiplane camera della Disney). Certo, non c'è alcuna traccia del realismo, del montaggio narrativo, delle inquadrature ravvicinate o dei movimenti di macchina che i contemporanei cineasti britannici e americani stavano già cominciando a sperimentare. La differenza fra il cinema francese (rimasto ancorato ai trucchi e alle atmosfere teatrali) e quello di queste altre due nazioni (che stavano sviluppando un linguaggio più moderno) comincia a essere evidente, ma per adesso il pubblico apprezza ancora e la pellicola divenne estremamente popolare. A parte la scena finale (girata nel giardino di casa Méliès), il resto del film venne filmato in interni. Secondo alcune fonti, la strega sarebbe interpretata da un attore di teatro chiamato Durafour.

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