13 settembre 2010

Somewhere (Sofia Coppola, 2010)

Somewhere (id.)
di Sofia Coppola – USA 2010
con Stephen Dorff, Elle Fanning
**

Visto al cinema Colosseo, con Marisa.

La vita di Johnny Marco, attore hollywoodiano, gira in tondo e a vuoto: proprio come la sua automobile nella scena introduttiva del film. Fra ragazze facili (fin troppo), feste improvvisate, presentazioni e incontri, la sua esistenza sembra quanto mai vuota e solitaria: a ravvivarla, per un breve periodo, sarà la figlia undicenne che l'ex moglie gli affida per alcuni giorni, prima che parta per il campeggio estivo. Johnny la porterà con sé anche a Milano, dove deve presentare il suo nuovo film e ritirare un Telegatto: ma quando la ragazza partirà, riscoprirà all'improvviso la propria solitudine. Sofia Coppola torna sul luogo del delitto: il film è quasi una rivisitazione dei temi del suo lavoro finora migliore, "Lost in Translation", ma rispetto a quello gli manca qualcosa: forse l'ironia stralunata di Bill Murray (che avrebbe reso irresistibili scene come quella della conferenza stampa), forse il senso di spaesamento nel trovarsi in un contesto estraneo e "alieno" (la breve scena in Italia non basta, e poi sembra quasi una divertente vacanza), o forse semplicemente un cambio di direzione dopo una trentina di minuti. Il lungometraggio, invece, continua a girare in tondo proprio come il suo protagonista, ripetendo un concetto che a quel punto si era già capito a sufficienza e senza offrire ulteriori sviluppi (chi mandava i messaggi sul cellulare di Johnny, per esempio?). Il film, che ha vinto un po' immeritatamente il Leone d'Oro a Venezia, è anche – ovviamente – semiautobiografico: l'episodio del Telegatto ripropone un'esperienza vissuta realmente dalla giovane Sofia, allora al seguito del padre Francis, premiato proprio a Milano (e persino l'albergo con la piscina è lo stesso che a suo tempo aveva ospitato i due Coppola). Molti hanno visto in quella sequenza un attacco al kitsch della tv italiana (benché la stessa regista abbia dichiarato che invece è un omaggio affettuoso ai suoi lustrini), ma se si tratta di satira è assai facile e spuntata. Stephen Dorff è bravino, anche se non ai livelli di "Cecil B. Demented". La sorellina di Dakota Fanning pattina (sul ghiaccio), nuota e cucina: col tempo, forse, imparerà anche a recitare. Nel segmento italiano ci sono camei (nel ruolo di sé stessi) per Simona Ventura, Nino Frassica, Maurizio Nichetti, Valeria Marini e Giorgia Surina.

26 commenti:

Giuliano ha detto...

...e qui mi travesto da Nanni Moretti e dico:
«NO, IL TELEGATTO NO!!!»
:-)
(neanche dipinto) (questo film mi sa che lo salto, a meno che tra un paio d'anni mi sia dimenticato del telegatto...)

Christian ha detto...

Se penso che quella scena la vedranno in tutto il mondo, mi vergogno per il mio paese...
(Poi, però, penso che magari cose simili ci sono un po' ovunque, dall'America al Giappone, e allora tanto vale scherzarci sopra...!)

Martin ha detto...

Immeritato?
Aspetterei almeno di aver visto anche gli altri film in concorso... ;-)

Marisa ha detto...

Non so come sono gli altri film di Venezia, ma se questo è il migliore, siamo messi proprio male. Si può non assegnare il "Leone d'oro" se nessuno lo merita?
Quando viene da dire solo "carino" non è un gran che, vero?

Christian ha detto...

Martin: Vedremo, infatti... Ma già così, a fiuto, mi pare che qualcosa di meglio ci fosse (Ozon? Tsui Hark?).

Marisa: Un tempo era previsto – e capitava – che il premio non venisse assegnato. Ma oggi che il festival è per lo più una vetrina pubblicitaria, credo che la cosa non sia più plausibile.

Lakehurst ha detto...

beh certo, paragonandolo a cecil b. demented perde di sicuro, e lo dico senza aver ancora visto somewhere... ma è un paragone impossibile. grande waters

Noodles ha detto...

Concordo col tuo giudizio. La sensanzione che ho avuto è che il film giri su se stesso senza produrre nulla però. Questo non ne fa un flop, ma neanche un Leone d'Oro.
A me la Fanning però è piaciuta devo dire, più della sorella.

Christian ha detto...

In realtà Dakota Fanning credo di non averla mai vista recitare. Non ho visto né "La guerra dei mondi" né i vari capitoli di "Twilight"...

Sul film concordo. Non è certo inguardabile: ma visti i primi trenta minuti, visto tutto.

Luciano ha detto...

A questo punto sono molto incuriosito viste anche le contestazioni (probabilmente becere e ingiustificate). Comunque sia un film meritevole di essere visto.

persogiàdisuo ha detto...

a me è piaciuto!

Christian ha detto...

Luciano: Se le contestazioni di cui parli (e di cui so poco, a dire il vero) erano davvero becere, allora certo che sono ingiustificate! Il film merita sicuramente di essere visto, ma questo vale secondo me per ogni film, anche per quelli brutti! ^^

Perso: Innanzitutto, ciao e benvenuto! In fondo anche a me non sono dispiaciuti certi momenti e certe scene (su tutte quella del trucco e dell'invecchiamento): soltanto mi sembra che il film sia troppo esile e ripetitivo, che dica cose ovvie (ossia che anche le star possono soffrire di solitudine) e che non sia particolarmente profondo: nulla di male in questo, ma non mi pare materiale da Leone d'Oro...

Martin ha detto...

Secondo me si sopravvaluta davvero troppo il valore di questi premi.
In fondo sono solo un giochino, le cui regole tra l'altro cambiano in base ai supposti esperti che sono chiamati a giudicare.
In fondo una gara tra opere d'arte è un'operazione senza senso e stare a discutere sui risultati lo è ancora di più.

Christian ha detto...

In realtà i giurati hanno il compito di vedere una ventina di film e di dire qual è il più bello fra questi. Ovvio che poi i criteri per decidere cosa è bello cambino da persona a persona (il che, secondo me, rende perfettamente lecito divertirsi a formulare giudizi alternativi). E non credo che nessuno consideri i premi dei Festival (e men che meno gli Oscar) come "verità oggettive" sul valore dei film.

AlDirektor ha detto...

Lo devo vedere, solo per capire a chi hanno assegnato il Leone d'oro di quest'anno. Ho sentito giudizi diversi: chi lo esalta, chi lo boccia e lo vede ruffiano e ripetitivo. Anche tu sei fra quelli che lo vedono non meritevole di un premio come quello di Venezia. Vedremo.

Christian ha detto...

Sì. In ogni caso, per lo stile a me è piaciuto. Sono i contenuti a essere un po' ovvi e ripetuti.

Martin ha detto...

Ribadisci a tuo modo che questi premi sono appunto solo un giochino e proprio se non esistono criteri oggettivi anche parlare di "meriti" mi pare eccessivo.
Presumo che la maggior parte dei film in concorso "meritassero" di vincere, poi il premio finisce per essere assegnato a quello che maggiormente si avvicina alla sensibilità della giuria del momento.

Martin ha detto...

Premesso che la Fanning in questo film è davvero deliziosa (ma a te non piace nemmeno una bomba come Scarlett Johansson o la bravina Kirsten Dunst, entrambe, manco a farlo apposta, in qualche modo legate alla piccola Coppola) e che Dorff è sempre perfettamente in parte, penso che questo sia proprio uno di quei film in cui la forma, nel senso più generale del termine, prevalga su ciò che viene strettamente considerato "contenuto".
Mi viene in mente a riguardo il bellissimo Last Days di Van Sant, perchè questi sono proprio film che solo se si riesce a farsi "trasportare" nel loro mondo si finisce per apprezzarli appieno.
Aggiungo solo che probabilmente la neo-paternità mi ha fatto apprezzare certe sfumature del rapporto padre-figlia che forse un tempo non avrei colto, cosa che rende questo film non così scontato come si vuole far credere.

Christian ha detto...

Infatti, "Lost days" mi ha annoiato a morte. E continuo a reputare la Johansson una delle attrici più insipide che abbia mai visto.

Comunque, che la forma in questo film sia bella siamo d'accordo. Ma per me un film dove la forma sovrasta il contenuto sarà sempre un film monco e da non apprezzare più di tanto. Che si tratti di Van Sant, di Paradzanov o di Baz Luhrmann.

Martin ha detto...

Mi spiego meglio, visto che come sai anche a me i registi "formalisti" non piacciono (e Luhrmann lo è, ma non Van Sant e la Coppola).
Non ho voluto affermare che i contenuti non ci siano ma che essi siano davvero comprensibili solo se si riesce a entrare in sintonia con il racconto.
Comunque è inutile che mi dilungo visto che ho già scritto un post a riguardo che spiega bene ciò che penso.

Christian ha detto...

Ma anch'io non dico che i contenuti non ci sono: però sono ovvi e banalotti, e soprattutto dopo venti minuti li abbiamo già capiti, però il film va avanti lo stesso.

Comunque, questo concetto mi pare di averlo già ripetuto fin troppo, quindi mi fermo qui.

Martin ha detto...

"...per me un film dove la forma sovrasta il contenuto sarà sempre un film monco e da non apprezzare più di tanto. Che si tratti di Van Sant, di Paradzanov o di Baz Luhrmann."
A quanto pare questo non vale per The Expendables che non mi pare brillare per contenuti e in cui ovvietà e banalità si accumulano a dismisura.
A voler essere maliziosi si potrebbe pensare che se Stallone fa un film sul nulla non ci siano problemi perchè non irrita il "popolo dei festival" (e prima che qualcuno si senta offeso specifico che il mio riferimento è alla cricca che ha fischiato la premiazione a Venezia).
Ecco forse è proprio il Leone d'oro ad aver attirato su questo film più attenzione di quello che merita.

Christian ha detto...

Martin, sei completamente fuori strada.
A parte la tua personale crociata contro i festival, che come sai non condivido, il film di Stallone _è_ un film di contenuti!
In un film d'azione, i contenuti sono appunto le scene d'azione. Non confondere "contenuti" con "trama"!

Martin ha detto...

Non mi pare che il film di Stallone dica qualcosa di nuovo all'interno del genere action movie e questo lo rende un concentrato di quelle ovvietà e banalità che dici di non gradire in un film.
E' questo che di fatto rende nullo il contenuto.
Ma criticare un film così non ha senso, non vorrei dare l'impressione di parlarne male, non vedo davvero ragione per farlo.

Bruno ha detto...

Tutto sommato è un film che ho gradito, pur con qualche difetto. Ma sono di parte, mi piace parecchio il cinema della Coppola...

Secondo te i vari Frassica, Ventura, Marini, si sono accorti che stavano girando scene in cui venivano derisi?

Christian ha detto...

Ma anch'io, tutto sommato, non lo trovo brutto, però mi pare che abbia alcuni limiti. Ora che ho visto altri film della rassegna di Venezia, posso dire con cognizione di causa che non meritava il Leone d'Oro: c'era di meglio, a cominciare da "Post mortem" di Pablo Larraín.

Riguardo a Ventura & Co., credo che soprattutto si siano sentiti onorati di aver avuto una parte nel film della Coppola. E poi, a ben vedere, quella scena mostra il kitsch della nostra tv con un certo affetto, non solo per dileggiarlo.

Più che altro mi incuriosisce il cameo di Nichetti: che la Coppola conosca i suoi film, per aver scelto proprio lui? Oppure era già presente nella cerimonia originale, quella in cui Sofia aveva presenziato insieme al padre?

Bruno ha detto...

Bella domanda ! Dobbiamo cercare in qualche modo la risposta su internet o su qualche rivista cartacea !