19 settembre 2010

Surviving life (Jan Švankmajer, 2010)

Sopravvivere alla propria vita (Prežít svuj život)
di Jan Švankmajer – Repubblica Ceca 2010
con Václav Helšus, Klára Issová
***

Visto all'Auditorium San Fedele, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia), con Lucia.

Švankmajer in persona, il maestro dell'animazione a passo uno che a 76 anni non ha certo perso lo smalto o la voglia di giocare, introduce il film (con un voice over in italiano!) giustificando agli spettatori la scelta della tecnica usata per esigenze di risparmio economico: un misto di riprese dal vero e di paper cut out, che consiste nell'animare fotografie o figure di carta ritagliate, la stessa tecnica utilizzata spesso da Terry Gilliam nei film dei Monty Python e che consente di creare grotteschi ibridi fra uomini e animali, di alterare spazi e proporzioni, e di costruire una dimensione onirica e simbolica. Allo stesso tempo, il regista sminuisce con molta modestia lo spessore di quella che definisce una "commedia psicanalitica", la cui idea gli è stata ispirata da un sogno del quale ha provato a immaginare il prosieguo e la conclusione. E invece questo divertissement su un uomo, Evžen, che cerca disperatamente di fuggire dalla propria vita grigia rifugiandosi in un sogno in cui frequenta una donna bellissima (vestita di rosso sangue e dai nomi sempre diversi), è tutt'altro che banale o approssimativo, e si diverte a giocare con ironia sui luoghi comuni della psicoanalisi. Divertentissimi, fra le altre cose, i due ritratti di Freud e di Jung, appesi nello studio dell'analista da cui si reca Evžen, che si fanno i dispetti e si prendono addirittura a cazzotti fra loro! Fra complessi di Edipo irrisolti, problemi famigliari e molto altro, il nostro protagonista troverà un modo per fare a suo piacimento la spola fra il sogno e il mondo reale, e scoprirà parecchie cose sul proprio passato, su sua madre e su suo padre. Lo stile, surreale e semplice ma coerente, è sorretto da un'esecuzione impeccabile ed è adattissimo a un racconto che fonde continuamente sogno e realtà, i drammi dell'inconscio e l'umorismo visionario, senza mai perdere il gusto dell'invenzione.

2 commenti:

Zonekiller ha detto...

ti invidio non poco...Hellman e Svankmajer erano tra quelli che più mi interessavano alla rassegna veneziana, insieme a Skolimowski...

Christian ha detto...

Skolimowski lo vedrò domani... ^_^