6 settembre 2010

Sogno di prigioniero (H. Hathaway, 1935)

Sogno di prigioniero (Peter Ibbetson)
di Henry Hathaway – USA 1935
con Gary Cooper, Ann Harding
**1/2

Visto in divx alla Fogona, in originale con sottotitoli inglesi.

Costretto da bambino a separarsi da Mary, la sua amatissima compagna di giochi, Peter la ritroverà anni dopo sposata a un nobile di campagna. L'amore rifiorirà al primo sguardo, ma l'uomo – per aver provocato accidentalmente la morte del marito di lei – verrà condannato all'ergastolo: da allora i due amanti continueranno a incontrarsi ogni notte nei loro sogni, per il resto della loro vita. Al centro di questa pellicola particolare e bizzarra (ispirata da un racconto di George Du Maurier) c'è un amore talmente forte da oltrepassare i confini della realtà fisica, unendo i due protagonisti in maniera indissolubile. Il film è nettamente diviso in tre parti: quella iniziale in cui i due protagonisti sono bambini e vivono con le rispettive famiglie fianco a fianco in due ville alla periferia di Parigi; quella centrale che mostra la loro vita da adulti, irrequieti e all'inconsapevole ricerca l'uno dell'altro, fino all'inatteso rincontro; e quella finale in cui realtà e sogno si fondono. Pur con i suoi bravi difetti (l'eccessivo "carico" sentimentale, una sceneggiatura non sempre equilibrata, una recitazione – soprattutto da parte di Cooper – un po' svogliata), è un buon rappresentante di quel filone caratterizzato da un romanticismo fantastico ed esasperato – tipicamente americano, benché di ispirazione europea ed ottocentesca – cui si possono ascrivere anche pellicole come "Il ritratto di Jennie", "Pandora" o "Il fantasma e la signora Muir". All'epoca, naturalmente, affascinò i surrealisti. Interessanti gli effetti visivi nella parte finale (l'uomo che passa attraverso le sbarre, il castello incantato distrutto da un fulmine, la frana sulla montagna) e la fotografia che accentua l'atmosfera onirica del paesaggio. Nel cast c'è anche Ida Lupino, nella piccola parte della donna che Peter incontra nel suo viaggio a Parigi.

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