Essential killing (J. Skolimowski, 2010)
Essential killing
di Jerzy Skolimowski – Polonia/Norvegia 2010
con Vincent Gallo, Emmanuelle Seigner
**1/2
Visto al cinema Arcobaleno, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia)
Un guerrigliero afgano viene catturato dai soldati americani nel deserto e trasportato al nord: durante il trasferimento riuscirà a fuggire e si darà alla macchia fra montagne e boschi innevati, aiutato da fortunate circostanze, dalla natura – sotto forma di animali (cinghiali, cervi, lupi, formiche) e piante (tronchi, cortecce, bacche) – e dal coraggio di saper uccidere quando serve. Nulla che non sia stato già fatto in passato, anche in modo migliore (i primi trenta minuti di "Caccia spietata", per esempio): ma Vincent Gallo è bravo a reggere un intero film senza dire una parola (e anche la Seigner, la donna che lo accoglie e gli cura le ferite, è muta) e certe scene fra l'assurdo (l'assalto alla donna che allatta) e il documentaristico (l'uso del paesaggio) non si dimenticano facilmente. Del protagonista senza nome (nei titoli di coda è però indicato come Mohammed) non ci viene detto nulla, benché alcuni squarci sul suo passato – in cui si intravede una famiglia felice, mentre sullo sfondo risuonano i richiami dei mujaheddin alla guerra santa – lascino immaginare due possibilità: che abbia abbandonato tutto per unirsi alla jihad, oppure che moglie e figlio siano rimasti vittime degli attacchi americani e che lui si sia arruolato per vendetta. In ogni caso, non è certo questo che interessava al regista, intenzionato semmai a mostrare l'istinto di sopravvivenza di un uomo in un ambiente che non conosce (le montagne anziché il deserto) e a contatto con una natura selvaggia e protettiva al tempo stesso.
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