La passione (C. Mazzacurati, 2010)
La passione
di Carlo Mazzacurati – Italia 2010
con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston
**1/2
Visto al cinema Apollo (rassegna di Venezia).
Il regista Gianni Dubois (Orlando, non nuovo a questo genere di ruoli: vedi anche "Il caimano"), in crisi creativa, non lavora da cinque anni. Proprio quando gli si presenterebbe l'occasione di girare un film con un'attricetta, mediocre ma popolarissima per via di una fiction televisiva, un imprevisto lo costringe a recarsi in Toscana, dove possiede un appartamento in un piccolo paese. La rottura di alcuni tubi nel muro ha infatti danneggiato il prezioso affresco della vicina cappella, e le autorità minacciano di denunciarlo alle Belle Arti se in cambio non accetterà di dirigere la tradizionale rappresentazione della Passione di Cristo nel venerdì santo. Senza organizzazione e con attori improvvisati, prigioniero di una provincia che per una volta non viene idealizzata (la gente è ostile e fa continuamente confronti col passato, la tecnologia non funziona, ogni minima difficoltà diventa insormontabile), Dubois vivrà una personale "passione", cadendo sempre più in basso umanamente e professionalmente. A salvarlo sarà un altro personaggio in cerca di riscatto, un ex galeotto redento dal teatro (il formidabile Battiston), che gli farà da assistente. Il film parte come una commedia, azzeccando numerose scene (come quella della fotocopiatrice rotta che costringe i personaggi a dettare il copione agli alunni della scuola elementare pur di averne il numero di copie necessarie: ma i piccoli errori – "Prima che il gatto canti" – saranno inevitabili) e gag ("Questo è il paese più ingrato del mondo: Garibaldi è andato in esilio, Dante pure... Roberto Baggio l'hanno fatto giocare due anni nel Brescia"), e si fa via via più drammatico. Nel cast anche un divertente Corrado Guzzanti (il tenebroso e pomposo meteorologo della tv locale che viene ingaggiato per il ruolo di Gesù) e diversi volti noti femminili (Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak, Cristiana Capotondi). Nel complesso, anche se non è certo il caso di gridare al capolavoro, è una di quelle commedie che occasionalmente riconciliano lo spettatore con l'attuale cinema italiano.
4 commenti:
Nella povertà del cinema italiano devo dire che questo film mi è piaciuto, oltre che per l'innegabile bravura dei protagonisti, Silvio Orlando e Battiston,ben lontani dai belli d'obbligo tipo Scamarcio, soprattutto per la capacità di rappresentare l'attuale crisi (del cinema, ma contemporaneamente specchio della crisi della società), non solo con ironia e leggerezza, ma anche con pathos e serietà via via crescente.
Il film è gradevole, anche se ha alcuni limiti (il finale dove tutto va miracolosamente a posto, un po' come ne "Il concerto" di Mihaileanu), e in fondo non dice cose particolarmente nuove. Però la bravura e la simpatia degli attori lo rendono una visione piacevole.
Battiston è davvero formidabile, un Attore come lui meriterebbe un cinema migliore!
(notare la A maiuscola)
Sono d'accordo! ^^
Posta un commento