30 settembre 2009

District 9 (Neill Blomkamp, 2009)

District 9 (id.)
di Neill Blomkamp – Sudafrica/USA/NZ 2009
con Sharlto Copley, David James
**1/2

Visto al cinema Plinius.

Una gigantesca nave extraterrestre si ferma "in panne" nel cielo sopra Johannesburg. Lo scafo è colmo di alieni-crostacei, denutriti e in condizioni pietose, che vengono evacuati in un campo di permanenza temporaneo. Ma questo in breve tempo si trasforma in una squallida baraccopoli ai margini della città, con tutto il corollario di criminalità e illegalità che ne segue: vent'anni dopo è sorto un nuovo apartheid e l'ostilità fra umani e alieni è alle stelle, con i primi che non tollerano più la presenza dei secondi. Una potente organizzazione militare privata organizza quindi lo sgombero dello slum, ma durante le operazioni uno degli addetti viene contaminato dai fluidi extraterrestri e il suo dna comincia a mutare: di colpo il suo organismo diventa preziosissimo, anche perché è l'unico essere umano in grado di usare le tecnologie (e soprattutto le armi) degli alieni, che funzionano soltanto se a impugnarle sono loro. Prodotta da Peter Jackson, l'opera prima di Blomkamp colpisce subito per l'originalità della messinscena e la lettura in chiave fantascientifica di questioni sociali e politiche come lo sbarco dei clandestini e il modo in cui vengono accolti nei paesi più avanzati. Peccato solo che dopo una prima mezz'ora accattivante, caratterizzata da toni satirici e grotteschi (finanche esagerati), le idee si esauriscano e la pellicola si trasformi in un action movie hollywoodiano come tanti, che punta tutto su confuse scene d'azione (gli effetti speciali, soprattutto per quanto riguarda i mecha, si fanno invadenti e ricordano "Transformers") e su sviluppi e caratterizzazioni straviste e improbabili (il protagonista, da sempliciotto e razzista, stringe amicizia con uno dei "gamberoni" e diventa eroico e disinteressato). Inoltre, oltre ad abbandonare completamente il parallelo con i profughi (non si fa accenno al motivo del viaggio degli extraterrestri, e tutto lascia intendere che la loro nave si sia fermata sulla Terra soltanto per una banale mancanza di carburante) viene meno anche l'impostazione da mockumentary con le finte interviste e i reportage televisivi che avevano dominato la prima parte, che lascia spazio a una narrazione più convenzionale, al cui servizio c'è per di più una regia fastidiosa e moderna (camera a mano, montaggio frenetico). In fin dei conti, dunque, nonostante gli indubbi pregi della pellicola, si resta soprattutto amareggiati per l'occasione sprecata e per la mancanza di coerenza e di coraggio nel portare fino in fondo le scelte stilistiche iniziali.

7 commenti:

Spinoza ha detto...

Che dire, sono completamente d'accordo. Mi è dispiaciuto soprattutto per la caratterizzazione del protagonista, che per buona parte del film è soltanto un vigliacco figlio di p*. Ho sperato che, quando fugge verso la fine, non si voltasse indietro e non decidesse di aiutare il gamberone. Sarebbe stato più coerente, almeno.
C'è da dire che la sequenza dell'irruzione nel laboratorio è molto bella, e anche lì poteva prendere una piega diversa, sopratutto dopo la presa di coscienza del gamberone riguardo agli esperimenti umani, invece niente.
Peccato, già.

Christian ha detto...

Esatto, la caratterizzazione del protagonista viene rivoltata come un guanto senza motivo, ma anche quella degli altri personaggi è piuttosto superficiale (il gamberone buono con tanto di figlioletto, il soldato cattivo, la moglie del protagonista...). Peccato, perché in effetti di scene belle ce ne sono. Ma la sceneggiatura ha parecchi difetti e non è capace di sfruttare a dovere i buoni spunti che vengono introdotti.

soloparolesparse ha detto...

Vero che il personaggio cambia carattere, però ha anche subito un bello stress che potrebbe averlo spinto a modificare il suo comportamento.
Io ci vedo due film diversi. Molto politica la prima parte, decisamente action la seconda (ma comunque ben fatta). ne dico qualcosa in più qui: http://www.soloparolesparse.com/2009/10/district-9-lultima-immigrazione/

Christian ha detto...

Sì, l'assurda situazione in cui l'eroe si ritrova può spingerlo a fare cose disperate che altrimenti non avrebbe mai fatto (rifugiarsi nel Distretto 9, allearsi con il gamberone, fare irruzione nel laboratorio, ecc.), e in questo genere di film "ci sta" che il protagonista subisca un'evoluzione in positivo, per quanto nulla la lasciasse presagire (uno sceneggiatore più abile avrebbe inserito già in precedenza qualche elemento al riguardo, per esempio suggerendo che il protagonista fosse un po' più sensibile e aperto dei suoi colleghi: invece all'inizio è tratteggiato in maniera talmente grottesca e caricaturale da sembrare quasi un personaggio minore, destinato a sparire dopo pochi minuti!). Comunque, è proprio la poca coerenza interna, il fatto che il film a un certo punto cambi strada (da satira sociale-politica a film d'azione), a non essermi andato tanto giù. Per fare un paragone, Verhoeven in "Starhip troopers" aveva fuso le due anime alla perfezione dall'inizio alla fine (tanto che alcuni ottusi detrattori del film non sono nemmeno riusciti a distinguerle). E lo stesso faceva Carpenter nelle sue opere migliori. Qui invece rimane l'impressione di aver visto un film nato in un certo modo (magari per farne un corto) e poi ampliato e, per mancanza di ulteriori idee, portato avanti in termini più convenzionali. Tecnicamente è ben fatto, sono d'accordo, ma non certo quel capolavoro che molti stanno cercando di dipingere: soltanto un'onesta opera prima, con i suoi pregi e difetti. Mi pare che il regista venga dal comparto degli effetti speciali, e si vede.

Grazie del commento, visiterò il tuo blog!

district 9 Recensioni à Go Go ha detto...

Nella mia anlisi ho trovato ben inserita la indole insignificante del protagonista perché c'è dietro kafka a cui si ispira per una parte e questa è una cosa che mi è piaciuta. Infatti gli alieni sono in effetti degli insettoidi. Comunque piaciuto nonostante non ami la mdp a spalla ma qui ci sta bene, regia a tratti esaltante anche se non è un capolavoro. Concordo con quando detto su Wikus: all'inizio io non avevo capito che era la star ma penso che sia stato fatto apposta :-)

Anonimo ha detto...

Mah, questa volta non sono d'accordo. Innanzitutto a me le scene d'azione non sono sembrate confuse, anzi molto ben studiate e congeniate. Poi soprattutto non ho affatto notato la repentina eroicità del protagonista, anzi. Il protagonista "passa dalla parte" dei gamberoni per purissimo spirito egoistico (vuole tornare ad essere completamente umano), tant'è che lo si nota nel suo comportamento quasi disprezzabile per quasi tutta la pellicola. Poi ovviamente, e non tempestivamente ma gradualmente, si rende conto del marciume che contraddistingue la sua razza e del fatto che invece nell'altra razza c'è molta più umanità di quanto credesse e quindi diviene quello che poi vediamo verso il finale.
Ale55andra

Christian ha detto...

Recensioni à go Go: A Kafka non ci avevo proprio pensato, anche perché quanti film abbiamo già visto sulle mutazioni (da Cronenberg a Tsukamoto) dove il paragone sarebbe più appropriato? Ma ora che mi ci fai pensare, in effetti qualcosa di kafkiano nella prima parte c'è, per esempio nel modo in cui viene trattato il protagonista da parte della stessa azienda per la quale lavorava. Per il resto, sono d'accordo.

Ale55andra: Mah, continua a sembrarmi una caratterizzazione deboluccia, oltre che nemmeno così originale. Per me i pregi di questo film stanno tutti nella prima mezz'ora e nell'idea di rappresentare gli alieni come profughi. Non poco, ma nemmeno tanto da strapparsi le vesti.