Chéri (Stephen Frears, 2009)
Chéri (id.)
di Stephen Frears – GB/Francia 2009
con Michelle Pfeiffer, Rupert Friend
**1/2
Visto al cinema Colosseo, con Marisa.
Nella Francia della Belle Époque, la cinquantenne cortigiana Léa, mantenuta di professione, ha una relazione con il ventenne Fred, detto Chéri, vanitoso e viziato figlio di una sua "collega". Entrambi gli amanti vivono inizialmente il loro rapporto in maniera leggera, frivola e dissoluta: quando decidono di separarsi perché il ragazzo deve sposarsi con una coetanea, però, scopriranno di amarsi veramente. Per lui, in realtà, si tratta di un rapporto inconsapevolmente incestuoso e "materno", per lei un modo di illudersi di non invecchiare. Dopo il recente "The Reader" – e, volendo, "Benjamin Button" – ancora un film su una relazione fra un ragazzo giovane e una donna più grande: una nuova tendenza del cinema contemporaneo? Questa volta, però, lo spunto viene da lontano: si tratta infatti di un testo di Colette (anzi, di due romanzi: "Chéri" e "La fine di Chéri"), disinibita scrittrice francese di inizio secolo, quasi una sorta di Oscar Wilde al femminile. Frears è a suo agio nel narrare "relazioni pericolose", aiutato anche da buoni attori (c'è pure Kathy Bates), anche se alcuni momenti (come quelli in cui i due protagonisti si struggono d'amore quando sono lontani) funzionano meglio di altri. Nonostante sembri una commedia, alla fine la pellicola – che si conclude prefigurando lo scoppio della prima guerra mondiale e la fine di un'era edonistica e disimpegnata, una rivoluzione alla quale molti non sarebbero sopravvissuti – lascia sicuramente tristezza e un po' di amaro in bocca.
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