10 settembre 2009

Smoke (Wayne Wang, 1995)

Smoke (id.)
di Wayne Wang, Paul Auster – USA 1995
con William Hurt, Harvey Keitel
***

Rivisto in DVD, con Marisa, Augusto e Lucia.

Scritto da Paul Auster, l'autore della "Trilogia di New York" (che – non accreditato – lo ha anche co-diretto con Wayne Wang), "Smoke" è un piccolo film indipendente e di culto che deve gran parte del suo fascino all'ambientazione minimalista, ai dialoghi letterari e alla profonda umanità dei personaggi, uno dei quali (quello interpretato da William Hurt) è quasi una controfigura di Auster stesso. Storie ed esistenze si incrociano a Brooklyn attorno a una piccola tabaccheria gestita da Augustus "Auggie" Wren (Keitel), un uomo dal passato burrascoso: fra i suoi clienti spicca soprattutto Paul Benjamin, scrittore in crisi creativa dopo la morte della moglie. Fra bevute e fumate, le vite dei due amici si intrecciano con quella di Thomas (Harold Perrineau), un diciassettenne di colore fuggito da casa per rintracciare il padre (Forest Whitaker) che non vede da diversi anni e che ora gestisce una piccola stazione di servizio; e quella di Ruby (Stockard Channing), ex fiamma di Auggie, alle prese con la figlia ribelle Felicity (Ashley Judd). La vita di quartiere, i piccoli e grandi drammi urbani (spesso legati al rapporto fra genitori e figli), l'amore per il tabacco, i sigari e il fumo in generale (un tema quanto mai "scomodo" negli Stati Uniti e spesso boicottato dall'industria cinematografica), aneddoti e passioni bizzarre (come quella di Auggie, che fotografa ogni mattina alle ore 8.00 lo stesso incrocio da anni e anni) e soprattutto l'elogio dell'amicizia: tutto questo concorre a farne un piccolo gioiellino, anche grazie alle eccellenti performance degli attori. Magistrale il finale, con la "storia di Natale" raccontata da Auggie e poi scritta da Paul, che viene mostrata allo spettatore dapprima soltanto attraverso le parole (la regia si limita a un lungo piano sequenza sul volto di Harvey Keitel che parla, zoomando sempre di più) e poi – sui titoli di coda – in un affascinante bianco e nero accompagnato dalla canzone "Innocent when you dream" di Tom Waits: una doppia dimostrazione del potere, rispettivamente, del racconto orale e di quello cinematografico! Sempre sui titoli di coda non poteva mancare, naturalmente, la classica "Smoke gets in your eyes", in una versione però riarrangiata. Da vari spezzoni e frammenti girati durante le riprese e nelle pause della lavorazione, Wang e Auster hanno poi improvvisato una sorta di sequel, "Blue in the face".

5 commenti:

iosif ha detto...

sarebbe uno dei miei film preferiti anche solo per la chiusura con waits, ma ci sono anche tante altre cose che fanno di smoke un film bello e singolare. auster sembra non riuscire ancora a capacitarsi d'essere diventato realmente uno scrittore, e soprattutto negli ultimi libri mette il suo mestiere al centro di tutto, però di cose notevoli ne ha scritte, e wang l'ha trattato bene.

Ale55andra ha detto...

Davvero molto particolare e intenso.

Christian ha detto...

Sì, un piccolo gioiellino!

Ernesto ha detto...

Bellissimo film. Non ho niente da aggiungere se non una curiosità:

quando nella tua recensione ho letto che il ragazzo nero era Harold Perrineau ho pensato che doveva esserci un errore, perché Harold Perrineau è uno dei protagonisti di Lost (Michael) e per quanto Smoke fosse un film "vecchio" non mi sembrava possibile che Perrineau fosse così giovane allora.

Sono andato a controllare sull'IMDB e in effetti è lui, ma essendo nato nel 1963 significa che quando ha fatto la parte del diciassettenne aveva già 32 anni!!!

Ciao!
ERNESTO

Christian ha detto...

In effetti è davvero curioso, anche perché Forest Whitaker, che fa suo padre, è nato nel 1961: solo due anni prima!

Il caso di Perrineau (un 32enne che interpreta un 17enne) è simile a quello di Alison Lohman, che a 24 anni ha interpretato una 14enne nel film di Ridley Scott "Il genio della truffa" (The matchstick man).