3 ottobre 2009

Storia di fantasmi cinesi (Ching Siu-tung, 1987)

Storia di fantasmi cinesi (Sien nui yau wan, aka A chinese ghost story)
di Ching Siu-tung – Hong Kong 1987
con Leslie Cheung, Joey Wong
***1/2

Rivisto in DVD, con Giovanni e Chiara.

Presso un antico tempio disabitato, nella foresta, il fantasma di una fanciulla è costretto a sedurre i malcapitati viandanti per consegnarli a un terribile demone-albero che ne risucchia le energie vitali. Ma la ragazza si innamora di un giovane e ingenuo esattore delle tasse, che combatterà strenuamente contro gli spiriti maligni per liberarla dalla sua schiavitù e salvare la sua anima, aiutato da un bizzarro monaco taoista. Folgorante horror-fantasy romantico, dal titolo programmatico e dal soggetto ispirato a un classico racconto soprannaturale della dinastia Qing, che mescola lo stile artigianale del Sam Raimi de “La casa” (l'ambientazione nel bosco, le soggettive rasoterra delle “presenze” malvage, i mostri animati a passo uno, una certa dose di ironia e di umorismo) con quello dei classici wuxiapian cinesi (combattimenti in volo e a colpi di arti marziali, monaci e spadaccini guerrieri, la lotta epica fra il bene e il male, sentimentalismo struggente, veli e tessuti fluttuanti), in un mix riuscitissimo che ha fatto da apripista a tutto un genere (quello dei racconti sul folklore e il soprannaturale) all'interno della new wave di Hong Kong, di cui è stato forse il primo prodotto a giungere con successo in occidente. In Asia – Giappone e Corea compresi – la pellicola fu una grande hit, consolidando la fama di star di Leslie Cheung (già noto come cantante e per le sue apparizioni in “A better tomorrow” e “Rouge”) e lanciando la carriera di Joey Wong, perfetta nel ruolo dello spirito irrequieto e innamorato di un mortale, e indimenticabile con i campanellini attorno alla caviglia. Al loro fianco c'è il veterano Wu Ma nei panni del monaco guerriero, forse – come per Joey Wong – il ruolo più celebre della sua carriera. Prodotto dalla factory del geniale Tsui Hark, il film vede alla regia il dotatissimo coreografo Ching Siu-tung che si sbizzarrisce in una serie di scene e di sequenze visivamente splendide. Fondamentale il ruolo della fotografia nel dare vita a un'atmosfera eterea e onirica, sospesa fra il mondo degli esseri umani (abitato da guardie inette e da funzionari corrotti) e quello degli spiriti e dei demoni (governato peraltro da ferree leggi naturali). Magnifica anche la colonna sonora, nella quale spiccano le canzoni interpretate dallo stesso Leslie Cheung (sui titoli di testa) e da Sally Yeh: ma è da ricordare pure il balletto notturno di Wu Ma, una sorta di rap danzato e coreografato. Il film ha dato origine a ben due sequel, diretti dallo stesso Ching, più una serie televisiva e un lungometraggio d'animazione prodotto sempre da Tsui Hark.

8 commenti:

Larry ha detto...

no, sul serio ti è piaciuto questo film?! scusa ma io che amo i b movie lo considero un b movie malfatto, ancora sopportabile nbella prima parte, inavvicinabilmente moioso verso la fine. e carico di tutti i clichè di genere. molto meglio, nel suo essere comunque trash, il seguito...
curiosità, i combattimenti in volo e tutto quel profluvio di veli, che ora sono la regola, quasi banali, sono stati inventati qui o c'erano già da prima?

Christian ha detto...

Sì, è un film che mi piace moltissimo, come vedi l'ho messo anche fra i miei "personal cult". Altro che malfatto, tecnicamente è eccezionale per regia, fotografia, scenografie e coreografie, per non parlare della riuscitissima e incredibile fusione fra romanticismo e horror, fra commedia e arti marziali. Forse sbagli a considerarlo un b-movie: è una grande produzione, non una pellicola di nicchia, come testimoniano i nomi coinvolti. Per quanto riguarda i cliché, molti facevano già parte dell'immaginario (anche cinematografico) cinese, ma erano ormai in disuso da qualche decennio ed è stato proprio questo film a riportarli in auge. C'erano state da poco, è vero, pellicole come "Encounters of the Spooky Kind" di Samo Hung, "Zu" dello stesso Tsui Jark o "Mr. Vampire", ma è stato il successo di questo film a dare il via alla nouvelle vague hongkonghese e alla rinascita del wuxiapian (e del fantasy) che ci ha portato poi "The swordman", "Bride with white hair", "Moon warriors", "Heroic trio", "Once upon a time in China", ecc. ecc. Anche per questi motivi, è una pellicola fondamentale per il cinema di Hong Kong della seconda metà degli anni ottanta, di importanza quasi pari ad "A better tomorrow".

Larry ha detto...

non so, è proprio quella commistione tra commedia e film di nicchia che non mi convince, troppo macchiettistica, nel suo piccolo raimi riesce molto meglio in questo genere di cose, ma si, ammetto che hai ragione sulle creografie scenografie e lato tecnico in genere, che è l'unico motivo che mi ha convinto a vedere questo film diverse volte

iosif ha detto...

bellissimo. dopo questo film mi sono convertito al taoismo.
non sapevo del lungometraggio animato. sai se vale la pena?

Christian ha detto...

Il film animato non l'ho mai visto, e a dire il vero non mi attira molto. Comunque, su Youtube se ne possono vedere alcuni spezzoni, per esempio qui:
http://www.youtube.com/watch?v=gXeRxjpRZZc

iosif ha detto...

è una cosa recente. non sembra proprio imprescindibile, ma neanche buttato lì.

Francesco.P ha detto...

A me ne avevano parlato male e avevo finito anche col dimenticarlo, adesso rivedrò le mie priorità. Pensavo fosse una ordinaria ghost-story orientale, ma dalla tua -bellissima- recensione é chiaro che é molto di più. Ti farò sapere:) Ciao!

Christian ha detto...

È un gioiellino! Naturalmente chi non frequenta il cinema di Hong Kong può rimanere perplesso di fronte a un modo di recitare, un'estetica, un ritmo e un senso dell'humour molto diversi da quelli cui siamo abituati noi occidentali. E poi va collocato anche nel suo contesto storico...

Attendo notizie. Ciao!