18 settembre 2009

Kakraki (Ilya Demichev, 2009)

Kakraki
di Ilya Demichev – Russia 2009
con Mikhail Efremov, Olga Sun
**1/2

Visto al cinema Gnomo, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia)

Una commedia grottesca e amara che ironizza sui burocrati (e non solo) della Russia post-sovietica, ma soprattutto che tratteggia un ritratto malinconico di una generazione che ha dovuto abbandonare i sogni di gioventù per adattarsi a un'esistenza grigia e infelice. Kakraki, che significa "come gli scampi", è il termine che il protagonista Mikhail utilizza per descrivere alla giovane Nastya l'aspetto delle aragoste, che la ragazza non ha mai mangiato. Mikhail è un funzionario di mezza età del ministero dell'edilizia di Mosca che conduce una vita triste e insoddisfacente, fra la routine familiare e assurde riunioni-fiume con i suoi colleghi. Abbandonate le velleità artistiche di un tempo, cerca inutilmente di riempire le proprie giornate provando a prendere lezioni di nuoto o imparare il cinese. Ma quando incontra Nastya, graziosa studentessa di teatro e commessa di libreria, se ne innamora a prima vista e pur di aiutarla economicamente si azzarda a chiedere una mazzetta a un imprenditore per far avanzare la sua pratica. Scoperto, verrà incarcerato e avrà tempo di rileggersi "Il cappotto" di Gogol. Proprio il misto di satira e di realismo che caratterizza le opere dello scrittore russo (il film si apre con le immagini del suo funerale, sognato da Mikhail) è uno dei fili conduttori di una pellicola multiforme e sorprendente, cinica e romantica, pungente e paradossale, tragica e nichilista, che alterna in continuazione scene ironiche e drammatiche per indagare in profondità l'animo del protagonista. Notevole la cura dei dettagli, dai personaggi di contorno (alcuni, purtroppo, poco sfruttati, come la moglie di Mikhail e gli altri funzionari del ministero) ai tratti salienti del personaggio principale (per esempio, la sua passione per le scarpe alla moda e quella per i cremini alla panna), fino all'ambientazione in una Russia moderna che in fondo non sembra poi così diversa da quella di Gogol. Ottimo Efremov, incantevole la giovane Olga Sun (di origine cinese).

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