Il mio amico Eric (Ken Loach, 2009)
Il mio amico Eric (Looking for Eric)
di Ken Loach – GB 2009
con Steve Evets, Eric Cantona
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Visto al cinema Anteo, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).
Pur rimanendo ancorato alla descrizione degli ambienti proletari che gli sono cari, Loach sorprende e diverte con una pellicola decisamente più leggera (e ottimista) del consueto e caratterizzata da un insolito elemento surreale. Il protagonista, Eric Bishop (un ottimo Steve Evets, attore televisivo semisconosciuto e dal nome curiosamente palindromo), è un postino di mezza età in preda a forti crisi depressive: non si è mai ripreso dall'aver abbandonato la prima moglie Lily molti anni prima, subito dopo la nascita di una figlia (che ormai è in procinto di laurearsi), e ora vive con due figliastri (residui di rapporti e matrimoni successivi), con i quali ha forti problemi di incomunicabilità, e in preda alla più totale confusione mentale. Gli amici e i colleghi cercano di aiutarlo come possono, con divertenti e improvvisate sedute psicologiche e corsi di autostima. E un risultato, in effetti, lo ottengono: Eric vede materializzarsi davanti ai propri occhi nientemeno che l'ex calciatore francese Eric Cantona, di cui è un grande tifoso e che considera una figura carismatica e di riferimento. Cantona – il cui ruolo nella vicenda ricorda i "fantasmi" dickensiani o il coniglio Harvey del film con James Stewart – lo stimola a rimettere in sesto la sua vita e a riallacciare i contatti con Lily. E quando la ritrovata famiglia è minacciata da una gang di microcriminali con i quali uno dei figliastri era malauguratamente entrato in contatto, Eric ha la forza di reagire: insieme a tutti i suoi amici e colleghi organizza una spettacolare "spedizione punitiva" a casa dei malviventi, dimostrando che l'unione – e centinaia di maschere da Eric Cantona! – fa la forza, oltre che la vittoria sta nel gioco di squadra (e nell'unione dei lavoratori, tanto per ricordare che siamo sempre di fronte a una pellicola di Loach!). Impagabile la frase rivolta al capo dei cattivi: "Dovunque andrai a nasconderti, io ti ritroverò. And you know why? Because I'm a fucking postman!". Ma divertentissime anche le continue metafore e i proverbi (in francese) che l'ex giocatore del Manchester United sforna a ripetizione davanti a Eric, un'attitudine che nasce da una reale conferenza stampa nel corso della quale il calciatore si limitò a pronunciare le seguenti parole: "Quando i gabbiani seguono il peschereccio, è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine" (il filmato viene mostrato durante i titoli di coda), per non parlare della risposta che a un certo punto dà nel film: "I'm not a man, I'm Cantona". Anche questa, naturalmente, è una pellicola da gustarsi assolutamente in lingua originale, visto il particolare slang (dove una parola su tre è "fuck" o "fucking") parlato da Eric e dagli altri personaggi.
4 commenti:
Palindromo? Ovviamente un nome d'arte!
Hai ragione!
Ora ho controllato, il suo vero nome è Steven Murphy.
In questo periodo stavo quasi per dimenticarmi anche di questo film. Addirittura dell'ultimo lavoro di Ken Loach, ahimé.
A dire la verità, a me Loach non sempre piace. Ma questo film mette davvero di buon umore...
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