17 giugno 2009

La mummia (Shadi Abdel Salam, 1969)

La mummia, aka The night of counting the years (Al-mummia)
di Shadi Abdel Salam – Egitto 1969
con Ahmed Marei, Mohamed Nabih
**1/2

Visto allo spazio Oberdan, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).

Alla fine del diciannovesimo secolo, una tribù di pastori che abita fra le montagne nei pressi di Tebe si guadagna da vivere prelevando reperti archeologici dalle tombe segrete di antichi faraoni (di cui sono gli unici a conoscere l'ubicazione) e rivendendoli a mercanti senza scrupoli. Una spedizione archeologica giunge sul luogo in cerca dei sepolcri: verrà aiutata dal giovane Wannis, un membro della tribù che dopo molta esitazione decide di opporsi al saccheggiamento perpetuato dai suoi parenti. Ispirato alla reale scoperta delle tombe nella necropoli di Tebe (avvenuta nel 1881), l'unico film della "retrospettiva" presente nella rassegna è un caposaldo del cinema egiziano: oltre a essere il solo lungometraggio realizzato da Abdel Salam, è celebre anche perché proabilmente si tratta dell'unica pellicola recitata completamente in arabo classico. Il particolare linguaggio, unito al ritmo lento e agli straordinari scenari che fanno da sfondo alla vicenda, dona al film un tono solenne e suggestivo, a tratti quasi onirico e ipnotico come "L'anno scorso a Marienbad" di Resnais o "Picnic ad Hanging Rock" di Weir. Visivamente bellissimo (spiccano i costumi del personaggi, figure ammantate di nero o di bianco sullo sfondo del deserto, delle montagne e delle piramidi, con una fotografia dai colori forti e contrastati), si apre con la lettura di alcuni capitoli del "Libro dei morti" e prosegue con dialoghi intensi e profondi e personaggi fuori dal tempo, dotati di una presenza monumentale.

3 commenti:

Martin ha detto...

Francamente è l'unico (della rassegna) che desta in me un minimo interesse.

Christian ha detto...

No, di cose interessanti ce ne sono state: su tutte "Un prophète" di Audiard, "Il nastro bianco" di Haneke, "Looking for Eric" di Loach e il film iraniano di Ghobadi sui musicisti.

Certo che questo film egiziano ha un fascino tutto suo, nonché una certa importanza storica e uno stile che con i film odierni ha davvero poco in comune.

Martin ha detto...

Mi spiego meglio.
Non metto in dubbio che ci siano state cose belle ma diverso è dire che mi sia venuta voglia di vederle.
Questo invece l'ho messo in lista!