7 giugno 2009

Boiling point (Takeshi Kitano, 1990)

Boiling point - I nuovi gangster (3-4 x jūgatsu)
di Takeshi Kitano – Giappone 1990
con Masahiko Ono [Yurei Yanagi], Takeshi Kitano
**1/2

Rivisto in DVD, con Marisa.

Nella sua seconda pellicola, la prima in cui è accreditato anche come sceneggiatore, Kitano si ritaglia un ruolo marginale (ma indimenticabile: un folle yakuza di Okinawa, gay e vendicativo) e lascia spazio a un gruppo di giovani attori. Come suggerisce il titolo originale (il punteggio di una partita di baseball combattuta colpo su colpo e risoltasi soltanto per un punto), la storia è quella di uno scontro fra un gruppo di ragazzi e una banda di yakuza, condotto a base di vendette e di ripicche, fra aggressività repressa e sopraffazione arrogante. La rivalità nasce da un innocuo incidente presso la stazione di servizio dove lavora Masaki, il protagonista. Quando i gangster se la prendono anche con il suo coach di baseball, Masaki e un amico si recano a Okinawa per procurarsi un'arma da fuoco, ma si riveleranno incapaci di usarla. Il bizzarro finale, dopo un'escalation di violenza, lascia con un dubbio: tutto è realmente accaduto o è stato soltanto immaginato? Pur essendo senza dubbio un film minore, "Boiling point" rappresenta un passo importante nello sviluppo dello stile di Kitano. Nascono qui, più che nel precedente "Violent cop", la sua abitudine di inquadrare a lungo ciò che avviene prima e dopo (ma non durante) gli snodi importanti della trama; l'humor nero e grottesco che uno spettatore disorientato può addirittura faticare a cogliere, visto che i volti dei personaggi restano impassibili anche nelle situazioni più assurde; gli scoppi improvvisi di violenza insensata, dovuti non solo alla personalità schizofrenica dei characters coinvolti ma anche ai rapporti di forza tra loro e ai rispettivi ruoli all'interno delle gerarchie sociali; l'apparente apatia che caratterizza molti personaggi, Masaki in primis, alle prese con gravi problemi di incomunicabilità; i lati ludici e infantili dei gangster e dei malviventi più crudeli; alcune inquadrature pittoriche o poetiche, come il volto di Beat Takeshi incorniciato da una corona di fiori di campo, che fungono da interludio tra un momento di violenza e l'altro. La parte centrale del film, quella ambientata a Okinawa, più che un corpo estraneo sembra quasi una sorta di prova generale per uno dei successivi lungometraggi di Kitano, il magnifico "Sonatine", mentre la relazione fra Masaki e la sua ragazza pare anticipare quella fra i due protagonisti de "Il silenzio sul mare". Curiosamente la pellicola è completamente priva di musica, se si eccettua la scena al karaoke dove uno dei personaggi intona goffamente la bella canzone "Akujo" di Miyuki Nakajima.

4 commenti:

marco c. ha detto...

mah! l'ho trovato palloso. anche perchè di baseball non capisco nulla. cmq..opera minore.

Christian ha detto...

Opera minore, sicuramente, anche se molte sue caratteristiche compaiono qui per la prima volta. Palloso... non direi, per me Kitano non è mai palloso!

marco c. ha detto...

lo rivedrò. forse è dovuto al fatto che odio gli sport americani. mi è venuto in mente un anime curiso legato al baseball: FLCL. che opera assurda!

Christian ha detto...

Di manga e anime sul baseball ce ne sono parecchi, visto che è lo sport di squadra più seguito in Giappone. Basti pensare a serie storiche come "Kyojin no hoshi" (Tommy la stella dei giants), "Pat la ragazza del baseball", "Touch"...