Cordero de dios (Lucia Cedrón, 2008)
Cordero de dios
di Lucía Cedrón – Argentina 2008
con Mercedes Morán, Leonora Balcarce
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Visto al cinema Arcobaleno, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).
Quando il suo anziano padre viene sequestrato da una banda di rapitori, Teresa torna dall'Europa in Argentina per aiutare la propria figlia Guillermina a mettere insieme la somma richiesta per il riscatto. Ma i fantasmi del passato sembrano un ostacolo insormontabile. Attraverso l'intersecazione di due piani temporali (parte del film è ambientata nel 1978, quando Guillermina era solo una bambina e guardava al mondo con ingenuità e innocenza, e parte nel 2002, quando la ragazza si renderà finalmente conto di cosa stava davvero accadendo in quei giorni tumultuosi), la pellicola che ha vinto il primo premio al Bergamo Film Meeting 2009 sceglie di riflettere sul periodo della dittatura militare argentina e dei desaparecidos attraverso i contrasti generazionali e i rapporti fra genitori e figli. Teresa, infatti, ha sempre sospettato che il padre fosse coinvolto nell'uccisione di suo marito, un giornalista radiofonico di idee socialiste, e ha deciso di testimoniare al processo contro alcuni membri della giunta militare, rinunciando di fatto alla possibilità che uno di questi – un vecchio amico di famiglia – possa aiutarla a trovare la somma necessaria per pagare il riscatto. Nel finale, comunque, sembra esserci spazio per una riconciliazione. Non a caso, come suggerisce il titolo ("Agnello di dio"), il messaggio che la regista vuole lanciare è quello del perdono e della redenzione. Il film gioca così le proprie carte su un registro intimo e personale, ma corre il rischio di non restare particolarmente impresso.
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