22 giugno 2009

Cannes e dintorni 2009 - conclusioni

Rispetto all'anno scorso, quando la rassegna mi aveva deluso parecchio, stavolta sono rimasto moderatamente soddisfatto. Non ci sono stati capolavori assoluti, ma un pugno di ottimi film sì: su tutti "Il profeta" di Audiard, "Il nastro bianco" di Haneke, "Il mio amico Eric" di Loach e "I gatti persiani" di Ghobadi. Ma anche altre pellicole mi hanno lasciato buoni ricordi, vedremo se con il passare del tempo mi cresceranno dentro o passeranno nel dimenticatoio... Passando ai lati negativi, il lungometraggio peggiore mi è parso "Vincere" di Bellocchio, ma nel complesso direi di aver visto diversi film di valore medio e nessuno davvero disastroso o catastroficamente brutto. Il vero difetto della rassegna stava a monte, nella selezione dei film da proiettare, che ha escluso non solo tutto il cinema dell'estremo oriente ma anche pellicole dai toni più vari o dalle trame più originali o fantasiose: tranne poche eccezioni, la maggior parte dei lavori visti si assomigliava nello stile ed era accomunata da temi simili.

2 commenti:

nickoftime ha detto...

A parte Bellocchio che io ho trovato bellissimo concordo con quanto hai detto..e pensando a quelli che tu citi espressamente.. c'è ne fossero di film così nel corso della stagione...

un saluto

Christian ha detto...

Beh, tranne forse Ghobadi, credo proprio che Audiard, Haneke e Loach usciranno senza dubbio in sala, prima o poi. Proprio per questo motivo mi è invece dispiaciuto non aver potuto vedere sul grande schermo Tsai Ming-liang, Park Chan-wook e Johnnie To. visto che ormai i distributori italiani sembrano aver deciso di snobbare il cinema asiatico...