La pivellina (T. Covi, R. Frimmel, 2009)
Non è ancora domani (La pivellina)
di Tizza Covi, Rainer Frimmel – Italia/Austria 2009
con Patrizia Gerardi, Asia Crippa
**1/2
Visto al cinema Apollo (rassegna di Cannes).
Prima opera di finzione di una coppia di documentaristi (la bolzanina Covi e l'austriaco Frimmel), questo "piccolo" film dai toni neorealisti e minimalisti ha vinto a Cannes il premio Europa Cinema alla Quinzaine des Réalisateurs. La storia è quella di una coppia di anziani artisti circensi (Patti, dalla chioma rossa, e Walter, di origini germaniche) che trovano una bambina di due anni abbandonata in un giardino pubblico in un quartiere periferico di Roma. I due decidono di tenerla con sé e di non consegnarla alla polizia, anche perché un biglietto della madre spiega che verrà presto a riprendersela. Con l'aiuto del piccolo Tairo, un ragazzino che abita nelle vicinanze della loro roulotte, la allevano con amore per diverse settimane, e naturalmente finiranno con l'affezionarcisi. Spontaneità, realismo e naturalezza sono le caratteristiche migliori della pellicola, capace di descrivere con efficacia l'ambiente in cui vivono i personaggi (che hanno tutti i nomi degli attori che li interpretano), ai margini della società ma dotati di dignità, sensibilità e buon cuore. Indimenticabile è soprattutto la simpaticissima bambina, che si rivela un'attrice davvero straordinaria e migliore di tanti interpreti professioniste. La sceneggiatura inanella episodi e momenti di vita quotidiana (come la divertente lezione di storia di Tairo) senza mai risultare pretenziosa e senza avere bisogno di "caricare" i sentimenti: non ci sono colpi di scena, scene madri, situazioni melodrammatiche o svolte stereotipate, e il film scorre liscio fino a un finale aperto e irrisolto.
6 commenti:
Mi è piaciuto moltissimo, anche per la naturalezza delle scene e la spontanea recitazione di patti e asia!
Spero non rimanga un'eccezione.
Sì, è un film particolare, molto carino! La bambina era davvero fenomenale: chissà che effetto le farà, da grande, rivedersi recitare così bene a quell'età...
Nelle foto della conferenza stampa a Cannes, comunque, sembrava già un po' imbronciata... ^^
Non vorrei aggiungere una nota di cinismo ma questo minimalismo più o meno esistenzialista non ha un po' stufato?
Non si tratta delle solite manfrine da festival?
Ma dov'è finito il Cinema?
Quello che non si accartoccia continuamente su stesso, quello che ha davvero qualcosa da raccontare, che sa stimolare la fantasia, che sa arricchirci al posto di ammorbarci con la solita pseudo-realtà...
A prescindere dalla qualità dei singoli film, a dire il vero non hai tutti i torti, Martin.
Anche se la colpa è soprattutto di chi ha selezionato i film di questa rassegna milanese, visto che a Cannes non mancavano certo film più "aperti" e fantasiosi (vedi Tarantino, Park Chan-Wook, Johnnie To, ecc.). Non a caso il film forse più apprezzato nella rassegna è stato "Un prophète" di Audiard, che sicuramente piacerà anche agli amanti dei film di genere.
Una piacevole sorpresa!
La naturalezza di tutti i personaggi (prima tra tutti la stupenda bambina) ci accompagna attraverso un mondo sempre più emarginato, quello degli artisti di strada di origine circense, alla base inalienabile della solidarietà e dell'amore genuino che lega senza retorica ed enfasi uomini, bimbi ed animali...
Sì, un bel film, che sono contento abbia trovato finalmente uno spazio (per quanto limitato) nelle sale.
Ma non capisco perché non abbiano lasciato semplicemente il titolo "La pivellina". Misteri della distribuzione!
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