Opera Jawa (G. Nugroho, 2006)
Opera Jawa
di Garin Nugroho – Indonesia 2006
con Martinus Miroto, Artika Sari Devi
*
Visto al cinema Gnomo, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia).
In ogni rassegna c'è almeno un film che provoca una fuga di massa degli spettatori, un titolo che inizia con la sala quasi piena e termina con il cinema semivuoto. Non necessariamente si tratta di un film brutto (capita spesso, per esempio, alle bellissime pellicole di Tsai Ming-Liang): basta che sia poco accessibile, per forma o per contenuti, o che richieda una particolare sensibilità che non tutti, e non per loro colpa, hanno. Lo scomodo ruolo di film "devastante", in questa rassegna, è toccato a "Opera Jawa", una pellicola che per l'appunto non sarebbe affatto disprezzabile dal punto di vista tecnico. Molto belle, per esempio, le immagini e le scenografie. Il problema è che si tratta di un'opera musicale giavanese ispirata a un grande classico della letteratura asiatica, il Ramayana (in particolare alla vicenda del "rapimento di Sinta", un triangolo senza lieto fine fra un marito, la sua moglie e un seduttore innamorato di lei). Quando ne avevo letto la descrizione sul programma mi ero immaginato un musical in stile Bollywood, vivace e allegro. Invece la musica è lenta, le melodie mi sono sembrate nenie tutte uguali, impossibili da apprezzare per un orecchio non abituato a questo tipo di teatro. Sono rimasto fino alla fine della proiezione soltanto per puro principio, ma dopo dieci minuti già non ne potevo più.
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