24 luglio 2021

Tenet (Christopher Nolan, 2020)

Tenet (id.)
di Christopher Nolan – USA/GB 2020
con John David Washington, Elizabeth Debicki
**1/2

Visto in TV (Now Tv).

Un agente della CIA (Washington: il nome del personaggio non viene mai pronunciato nel film, è semplicemente "il protagonista") è reclutato da Tenet, una misteriosa organizzazione che indaga su armi e altri oggetti caratterizzati da "entropia invertita", ovvero capaci di muoversi all'indietro nel tempo (per esempio, i proiettili viaggiano dal bersaglio fino alla pistola che li ha sparati). A quanto pare questi oggetti e la loro tecnologia provengono dal futuro, e il responsabile della loro importazione nel presente (dove potrebbero causare una guerra nucleare) è l'oligarca russo Andrei Sator (Kenneth Branagh). Per avvicinarlo, il protagonista – coadiuvato dal collega Neil (Robert Pattinson) – utilizza la moglie dell'uomo, Kat (Elizabeth Debicki), con cui è in rotta, coinvolgendola in una pericolosa missione... Il nuovo, cervellotico film di Nolan, sulla falsariga di "Inception", "Memento" e "The Prestige", si basa essenzialmente su un gimmick che, devo dirlo, è a suo modo affascinante: quello di combinare sequenze e scene d'azione in modalità palindromica (ovvero, che si possono leggere da entrambi i versi). Non solo gli oggetti, ma anche alcuni personaggi si muovono indietro nel tempo, mentre altri vanno normalmente in avanti: la loro interazione dà così vita a sequenze curiose (e spesso difficili da interpretare, anche se gli effetti speciali fanno il loro meglio per darcene una rappresentazione visiva), come un inseguimento in auto o una battaglia campale (con "manovra a tenaglia temporale") dove non sempre le cause precedono gli effetti. Molte di queste scene le rivedremo due volte, prima in un "senso" e poi nell'altro: e naturalmente c'è anche un combattimento a mani nude del protagonista contro sé stesso (che, dal suo punto di vista, avviene in momenti diversi). Al di là di questa trovata, però, e nonostante l'eccellente confezione tecnica (premiata con l'Oscar per i migliori effetti visivi e una nomination per le scenografie), il film non ha molti motivi di interesse: le svolte sono meccaniche, improbabili e spesso puramente funzionali alla trama, i personaggi e le loro caratterizzazioni mancano di profondità o sono quelli di un thriller di spionaggio come tanti, e lo stesso vale per le numerose location internazionali (fra cui spicca la Costiera Amalfitana). Il titolo del film rivela in sé l'ispirazione della sceneggiatura: la celebre frase palindromica latina "Sator Arepo Tenet Opera Rotas", di cui la parola "Tenet" è il centro attorno cui avviene l'inversione, e le altre sono disseminate come strizzatine d'occhio per tutta la pellicola (Sator è l'antagonista, Arepo il falsario che ha contraffatto il disegno di Goya con cui l'oligarca russo tiene legata a sé la moglie, l'Opera è ovviamente quella del teatro di Kiev in cui è ambientata la scena iniziale, Rotas è la struttura-caveau nell'aeroporto di Oslo in cui i nostri devono introdursi). Nel cast anche Dimple Kapadia (la trafficante di armi indiana), Aaron Taylor-Johnson (il comandante delle truppe nella battaglia finale) e, in un cameo, Michael Caine (l'agente del controspionaggio inglese). L'idea di mostrare eventi – come esplosioni e crolli di edifici – "al contrario" (l'effetto reverse) è comunque vecchia come il cinema, visto che ne fecero uso già i fratelli Lumière in "Demolizione di un muro" (1896!)

2 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Per me un GIGANTESCO BAH. Tutto maiuscolo apposta 🤣😅

Christian ha detto...

A me è piaciuta l'idea. Ma qui, più ancora che negli altri suoi film, è evidente che a Nolan interessava soltanto l'idea, appunto, e attorno a quella ci ha messo una trama e dei personaggi a essa funzionali ma non particolarmente accattivanti. Per questo, pur avvincente a tratti, mi è parsa una pellicola meno riuscita rispetto ai suoi lavori migliori ("Memento", "The prestige").