16 luglio 2021

Shine (Scott Hicks, 1996)

Shine (id.)
di Scott Hicks – Australia 1996
con Geoffrey Rush, Noah Taylor
**1/2

Rivisto in divx, alla Fogona.

Il film racconta la vita di David Helfgott, pianista australiano che dopo una carriera da giovane prodigio fu colpito da disturbi schizofrenici, qui simbolicamente e artisticamente associati all'esecuzione del terzo concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov (il “Rach 3”), così monumentale e difficile da esaurire ogni energia fisica e psichica di un musicista incapace di controllare le proprie emozioni. Ma la vera origine dei problemi mentali di David, stando alla sceneggiatura di Jan Sardi, è da far risalire al rapporto problematico con un padre severo ed esigente, Peter (Armin Mueller-Stahl), ebreo di origine polacca, che da un lato ha contribuito a instillare nel figlio l'amore per la musica (“investendo” su di lui per compensare le proprie aspirazioni personali deluse), ma dall'altro lo ha sempre represso e ostacolato nella sua ricerca di un equilibrio personale, opponendosi per esempio alla sua uscita di casa quando viene invitato a studiare in America o in Inghilterra. Narrato in gran parte in flashback, il film segue tutta la vita di David, fra alti (pochi) e bassi (molti), mostrandone il progredire della pazzia di pari passo con le esibizioni pianistiche: e nonostante alcuni difetti (qualche deviazione dalla realtà dei fatti, una certa mancanza di sottigliezza e un finale un po' troppo conciliatorio) riesce a trasmettere come pochi altri – e grazie alla potenza delle immagini e della musica (l'esecuzione di un concerto diventa un vero e proprio tour de force fisico e mentale, un misto di fatica, suono e sudore che non può che condurre a un esaurimento nervoso) – il sottile legame fra genio e follia, fra arte e vita, fra passione e irrequietezza. David è interpretato, da bambino, adolescente e adulto, rispettivamente da Alex Rafalowicz, Noah Taylor e Geoffrey Rush. Quest'ultimo, che vinse l'Oscar (la pellicola ricevette in tutto sette nomination, comprese quelle per il miglior film e la regia), è l'unico dei tre a non aver bisogno di una controfigura nelle scene in cui suona: l'attore, che aveva studiato pianoforte fino ai 14 anni, ricominciò a prendere lezioni per non dover ricorrere a un “hand double”. Nel cast anche Nicholas Bell (Rosen), John Gielgud (Cecil) e Lynn Redgrave (Gillian).

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