14 luglio 2021

Calvario (John Michael McDonagh, 2014)

Calvario (Calvary)
di John Michael McDonagh – Irlanda 2014
con Brendan Gleeson, Kelly Reilly
***1/2

Visto in divx, alla Fogona, con Marisa.

Padre James (Gleeson), prete in una cittadina costiera in Irlanda, è un brav'uomo e un ottimo conoscitore della natura umana, nonostante (o forse proprio per) il suo passato da laico (ha anche una figlia) e da alcolizzato. Per questo, quando nel segreto del confessionale riceve la notizia che uno dei suoi fedeli – lui sa di chi si tratta, noi spettatori no – intende ucciderlo la domenica successiva, come punizione per i peccati della Chiesa e dei “preti cattivi” che avevano abusato di lui da piccolo, non si scompone più di tanto. Trascorrerà la settimana seguente, forse l'ultima della sua vita, continuando a svolgere i propri compiti, facendo visita ai parrocchiani (ciascuno con i propri problemi, e fra i quali non mancano personalità decisamente eccentriche), riallacciando i rapporti con la problematica figlia che è giunta da trovarlo da Dublino, e naturalmente riflettendo sulla morte (complice anche un'estrema unzione), sui peccati, ma anche sulle virtù. Proprio come il “calvario” evocato dal titolo, l'attesa si carica di dolore e sofferenza man mano che ci si avvicina alla meta finale (la sua chiesa viene bruciata, il cane viene ucciso). E anche se lui personalmente non è colpevole, accetta in qualche modo il suo ruolo di capro espiatorio, consapevole e volontario ma non vittimistico, andando incontro a un sacrificio quasi inevitabile per espiare i peccati altrui. Insolita e originale riflessione sul tema della pedofilia nella Chiesa cattolica, anche se questo viene affrontato solo tangenzialmente. Il vero argomento è, appunto, quello del sacrificio: e nonostante il sottotesto religioso e potenzialmente astratto, il film si rivela incredibilmente umano e per nulla trascendente (si parla molto di uomini e in fondo poco di Dio), riuscendo a stemperare in toni persino leggeri quella che in mani diverse sarebbe stata una storia assai “pesante” e retorica. Merito di un eccezionale protagonista (il sempre ottimo Gleeson: ma anche i numerosi comprimari sono da elogiare), di una regia competente e misurata e di una fotografia dai colori caldi che rende giustizia tanto ai personaggi quanto ai sublimi paesaggi della costa e della natura irlandese (cui, forse non a caso, è dedicata un'ultima fugace immagine celata fra i titoli di coda). Il vasto cast di contorno attorno a Gleeson (che per McDonagh, qui al secondo lavoro, aveva già recitato in “Un poliziotto da happy hour”, altro ottimo film purtroppo rovinato dallo stupido titolo italiano) comprende Kelly Reilly (la figlia Fiona), Chris O'Dowd, Aidan Gillen, Dylan Moran, Isaach de Bankolé, M. Emmet Walsh, Orla O'Rourke, Marie-Josée Croze, David Wilmot e Domhnall Gleeson.

6 commenti:

Ismaele ha detto...

sono d'accordo, un piccolo grande film da non perdere

https://markx7.blogspot.com/2018/10/calvary-john-michael-mcdonagh.html

Christian ha detto...

Già il precedente "Un poliziotto da happy hour" mi era piaciuto, ma mi aveva anche un po' spiazzato (forse per colpa dell'osceno titolo italiano). Questo invece mi ha conquistato pienamente!

Marisa ha detto...

Sì, un film da amare e riuscito in tutti i sensi, con grande senso della misura.
Mi fa venire in mente "Il Cristo proibito", l'unico film di Malaparte dove si affronta una tematica per certi versi analoga e un sacerdote innocente si offre come capro espiatorio per far cessare una faida scatenata dagli eccidi dei nazisti con la complicità dei collaborazionist fascisti.

Christian ha detto...

Negli ultimi anni il tema degli abusi sessuali nella Chiesa è stato affrontato in più maniere dal cinema, spesso anche con ottimi film ("Il dubbio", "Il caso Spotlight", "Il club" di Larraín, "Grazie a Dio" di Ozon), ma questo, per il suo particolare taglio, è sicuramente uno dei migliori.

Giovanni ha detto...

… la morte del cane, che turba il prete più di ogni altra cosa (e torna a bere) e lo sguardo complice della figlia con l’assassino alla fine del film… forse anche lei tramava vendetta per un passato di abbandono?

Christian ha detto...

Può essere... Forse il prete sente di dover "espiare" anche riguardo al suo rapporto con la figlia...