9 luglio 2021

Rose rosse per il führer (F. Di Leo, 1968)

Rose rosse per il führer
di Fernando Di Leo – Italia 1968
con James Daly, Anna Maria Pierangeli
*1/2

Visto in TV (RaiPlay).

Durante la seconda guerra mondiale, un ufficiale americano di stanza a Londra (James Daly) deve recarsi dietro le linee nemiche e introdursi – con l'aiuto della resistenza – in un finto ospedale militare in Belgio (in realtà una centrale del controspionaggio tedesco) per recuperare un prezioso documento segreto prima che i nazisti riescano a decifrarlo. Solido film d'avventura bellico, che si concentra sull'attività spionistica dietro le quinte anziché sui combattimenti al fronte. Purtroppo è anche discretamente noioso, con una trama fin troppo contorta e personaggi poco interessanti (salvo rare eccezioni), che trasudano di stereotipi e di cliché (in particolar modo quelli femminili, soltanto due e che naturalmente finiscono a letto con l'eroe). Inoltre, è evidente il basso budget e la generale povertà produttiva, alla quale il regista e gli interpreti si sforzano di fare fronte come possono. Lo stesso Di Leo, qui all'esordio nel lungometraggio, lo ricordava come immaturo e convenzionale. Forse un tentativo fallito di dar vita a un nuovo filone della cinematografia popolare italiana, il film è stato girato a Ostenda. Anna Maria Pierangeli e Nino Castelnuovo sono i membri della resistenza belga, Peter van Eyck il colonnello tedesco Kerr (rappresentato come più "umano" della media dei nazisti), Gianni Garko l'infiltrato alleato fra i nazisti, Bill Vanders il traditore fra i partigiani. Nel mischione, anche preti cattolici, bambini ebrei, paracadutisti inglesi, ufficiali delle SS e una colonna sonora che saccheggia – fra gli altri – il tema di "Fischia il vento".

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