15 luglio 2021

Prima colpa (John Cromwell, 1950)

Prima colpa, aka Donne in gabbia (Caged)
di John Cromwell – USA 1950
con Eleanor Parker, Hope Emerson
***

Visto in divx, alla Fogona, in originale con sottotitoli.

Arrestata con l'accusa di essere stata complice in una rapina (nella quale è morto il suo giovane marito), la diciannovenne Marie Allen (Parker) viene rinchiusa in un carcere femminile. Entratavi innocente, timida e spaurita, ne uscirà indurita, sicura di sé e pronta a una vita da autentica criminale (“Tornerà”, commenta tristemente la direttrice al momento del suo rilascio). Ritratto cupo e realistico (nonostante qualche inevitabile concessione al melodramma e qualche ingenuità nella caratterizzazione dei personaggi) delle dure condizioni nelle carceri statunitensi, che non risparmia atti d'accusa al sistema politico e alla corruzione di guardie e secondini, il film ha contribuito a codificare numerosi cliché delle pellicole di ambientazione carceraria (non solo americane: si pensi al recente “Il profeta” di Jacques Audiard, che a sua volta ripropone il tema della prigione come “maestra (criminale) di vita”): dalle dinamiche interne fra le detenute (con rapporti di potere in quello che è un vero e proprio microcosmo con le proprie regole e le proprie punizioni), alla dipendenza da commissioni che attribuiscono in maniera quasi aleatoria la libertà vigilata; dagli occasionali tentativi di ribellione, ai difficili periodi trascorsi in isolamento; passando per episodi ed eventi più o meno funesti (la nascita di un bambino, il suicidio di una detenuta depressa). Ottimo il cast, corale e quasi completamente femminile, che circonda la protagonista, dove spiccano Betty Garde (la “regina” Kitty Stark) e Lee Patrick (la sua “rivale” Elvira Powell). Un particolare filo conduttore è però quello dello scontro fra Evelyn Harper (Hope Emerson), la sadica sorvegliante che fa il bello e il cattivo tempo all'interno della prigione (forte anche di appoggi politici che la proteggono dal licenziamento), e Ruth Benton (Agnes Moorehead), la direttrice del carcere che cerca a fatica di migliorare le condizioni delle detenute, battendosi contro un sistema che non le considera come esseri umani. In particolare la Emerson sembra quasi un'antesignana della Louise Fletcher di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. In origine il film avrebbe dovuto essere interpretato da Bette Davis e Joan Crawford, che rifiutarono per il timore di un esplicito sottotesto lesbico (in realtà assente). Il fatto che la storia sia ambientata in un carcere femminile contribuisce ad accrescere il coinvolgimento emotivo (donne e ragazze, al contrario di quanto accadeva nel cinema hollywoodiano dell'epoca, sono completamente “de-glamourizzate”). Da sottolineare come quasi tutte le donne affermino di trovarsi in prigione per colpa di un uomo. Tre nomination agli Oscar: per la Parker (che vinse anche la Coppa Volpi a Venezia), la Emerson e la sceneggiatura (di Virginia Kellogg). Un remake parziale nel 1962 (“Rivolta al braccio D”).

0 commenti: