Hannibal (Ridley Scott, 2001)
Hannibal (id.)
di Ridley Scott – USA 2001
con Anthony Hopkins, Julianne Moore
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Rivisto in TV (Netflix).
A dieci anni di distanza dal loro incontro, l'agente dell'FBI Clarice Starling (Julianne Moore, che sostituisce Jodie Foster) è ancora ossessionata dallo psicopatico Hannibal "The cannibal" Lecter (Anthony Hopkins), che nel frattempo si è rifugiato in Italia, a Firenze, nei panni di un accademico e cultore del Rinascimento. Qui l'uomo viene riconosciuto da un detective locale, Rinaldo Pazzi (Giancarlo Giannini), che anziché segnalarlo alla polizia vorrebbe consegnarlo – in cambio di una ricompensa – al vendicativo milionario Mason Verger (Gary Oldman), unica "vittima" di Lecter a essere sopravvissuta, sia pure con il volto orrendamente sfigurato. Sarà proprio Clarice a salvarlo... Purtroppo era inevitabile: l'enorme successo de "Il silenzio degli innocenti", l'adattamento cinematografico del secondo romanzo di Thomas Harris incentrato sul personaggio di Hannibal (che pure non era il protagonista di nessuno dei due libri, ma solo una figura di contorno, per quanto importante!), ha spinto lo scrittore a mettere il serial killer cannibale al centro del suo lavoro successivo (a partire dal titolo), rendendolo di fatto il protagonista della storia e cambiando completamente le regole e i rapporti che avevano fatto la fortuna dei romanzi precedenti (compreso quello d'esordio, "Il delitto della terza luna"). Se proprio un sequel doveva esserci, forse era meglio non riportare in scena Clarice e introdurre un terzo detective (Rinaldo Pazzi come protagonista sarebbe andato benissimo). E pur non controverso come il libro (nel quale Starling diventava in tutto e per tutto amante e complice di Lecter), anche il film disturba su più livelli, e non sono poche le cose che danno fastidio. A cominciare da una rappresentazione stereotipata di Firenze, città turistica e ancora imbevuta di cultura rinascimentale, ma solo a un livello superficiale: quel tanto che basta per dare un'idea di cultura "alta" e raffinata agli occhi di un americano, ma in realtà soltanto dozzinale (vedi per esempio la finta opera, scritta per l'occasione). Attorno a Lecter, poi, quasi tutti i personaggi appaiono sgradevoli, se non disgustosi, anche perché devono risultare più abietti di lui, e dunque "meritarsi" la brutta fine: da Verger (e i suoi uomini) ai dirigenti dell'FBI che ostracizzano Clarice, fino all'agente del dipartimento di giustizia Paul Krendler (Ray Liotta), protagonista della disgustosa scena finale in cui il suo cranio viene scoperchiato (e il suo cervello mangiato) da Hannibal. Julianne Moore, solitamente ottima, dà l'impressione di trovarsi a poco agio nello scimmiottare la Foster (che ha rinunciato alla parte dopo aver letto il romanzo, e lo stesso vale per Jonathan Demme e Ted Tally, rispettivamente regista e sceneggiatore del "Silenzio degli innocenti", che si sono tirati fuori dal sequel). Nel cast anche Francesca Neri (la moglie di Pazzi), Enrico Lo Verso, Fabrizio Gifuni e Željko Ivanek. Quanto a Gary Oldman, irriconoscibile sotto il make up di Verger, non è stato accreditato nei titoli. La sceneggiatura di David Mamet e Steven Zaillian ha le sue lungaggini ed è didascalica (a volte sembra che i personaggi parlino allo spettatore anziché fra di loro), ma almeno ha il pregio di cambiare in meglio la seconda parte del libro; la regia di Scott, appena reduce dai fasti del "Gladiatore", è di maniera. Brutto il doppiaggio italiano, che diventa orrendo nei momenti in cui a parlare sono gli attori italiani (con un evidente "scarto" rispetto a quelli americani). Nonostante le perplessità della critica, il film ha ottenuto un ottimo riscontro al botteghino, il che ha portato alla realizzazione di un remake del primo capitolo ("Red dragon"), stavolta con Hopkins, e di un prequel ("Hannibal Lecter - Le origini del male").
4 commenti:
L'avevo visto al cinema e ne ricordo davvero pochissime scene, salvo il finale splatterosissimo con Ray Liotta.
Terribile la scelta della Moore, solitamente un'attrice bravissima, qui una sorta di patata lessa.
Anch'io l'avevo visto al cinema e l'ho detestato. Uno dei peggiori film di Scott! Sono d'accordo anche sulla Moore.
Per assurdo lo vidi abbastanza giovane, tra la terza media e la prima superiore. Non ricordo nulla, se non la "scena del cervello"...
Quella scena rimane impressa perché è molto d'impatto e... "impressionante", appunto. Ma anche perché giunge alla fine, e lo spettatore esce dal cinema "portandosela" dietro con sé... (e poi tutto quello che c'è stato prima è estremamente noioso)...
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