31 ottobre 2020

MASH (Robert Altman, 1970)

MASH (id.), aka M*A*S*H
di Robert Altman – USA 1970
con Donald Sutherland, Elliott Gould
***1/2

Rivisto in DVD.

Le avventure, irriverenti e scanzonate, di un gruppo di indisciplinati medici e chirurghi dell'esercito americano presso un ospedale da campo a pochi chilometri dalle linee nemiche durante la guerra in Corea (l'acronimo MASH significa infatti "Mobile Army Surgical Hospital"). Il primo grande successo nella carriera di Robert Altman, tratto da un romanzo (semi-autobiografico) di Richard Hooker (sceneggiato da Ring Lardner Jr.: ma il copione venne pesantemente stravolto dal regista) è una delle pellicole più importanti nella storia del cinema e della cultura americana di quegli anni, una pietra miliare farsesca e dissacratoria che fece una forte presa sul pubblico in tempi di contestazione contro la guerra del Vietnam. Anche se il film si svolge in Corea, con tanto di citazioni del generale MacArthur e del presidente Eisenhower sui titoli di testa, in realtà il bersaglio è infatti proprio quello: "Per me, quello era il Vietnam [...] Tutti i riferimenti politici nel film erano a Nixon e alla guerra del Vietnam", dichiarerà lo stesso Altman. Naturalmente c'erano già stati precedenti di pellicole che demistificavano o ironizzavano sul tema della guerra, in aperta opposizione alla retorica dell'eroismo bellico: da "Operazione sottoveste" di Blake Edwards (per molti versi un precursore di "MASH") al "Dottor Stranamore" di Stanley Kubrick. Pochi mesi più tardi sarebbe giunto nelle sale anche "Comma 22" di Mike Nichols, tratto peraltro da un libro che precedeva di qualche anno quello di Hooker. Ma il divertimento contagioso che si prova assistendo alle vicissitudini sfrontate e goliardiche di questi personaggi rimarrà a lungo ineguagliato. E l'impostazione corale ed episodica della pellicola, nonché la sua narrazione confusa, anarchica e destrutturata, resteranno marchi di fabbrica di gran parte del cinema di Altman (si pensi a titoli come "Nashville", "I protagonisti" o "America oggi"). Da sottolineare anche il sonoro, con le voci che si sovrappongono, si interrompono, o tentennano in maniera naturalistica (a proposito: memorabile anche il cast dei doppiatori italiani, che comprendono Sergio Graziani, Pino Locchi, Massimo Turci, Rita Savagnone, Oreste Lionello e Ferruccio Amendola), contribuendo ad altri due segreti del successo del film, vale a dire "la sintassi liberissima e il ritmo stralunato".

Fra i personaggi, uniti dal cameratismo, dall'ironia goliardica, dall'amore per l'alcol, le donne e il gioco e dall'insofferenza verso l'autorità (specie se bigotta o repressiva), spiccano i chirurghi "Occhio di Falco" ("Hawkeye") Pierce (Donald Sutherland), "Razzo" ("Trapper") John McIntyre (Elliott Gould) e "Duke" Forrest (Tom Skerritt), arrivati da poco nell'ospedale da campo comandato dal serafico colonnello Blake (Roger Bowen), che tutti chiamano semplicemente Henry, abituato a lasciar fare e a chiudere un occhio sulle frequenti infrazioni alle regole dei suoi sottoposti purché portino a compimento il proprio lavoro, che è quello di salvare vite. E i nostri eroi lo fanno, alternandosi fra lunghe e difficili operazioni chirurgiche (con profluvio di sangue mostrato sullo schermo, un modo – come le frequenti battute, elargite con nonchalance – per esorcizzare paure e tensioni: "se questo sapesse da che pagliacci è operato avrebbe un collasso") e periodi più tranquilli di svago o di scherzo, in cui giocano a golf o a football, amoreggiano con le infermiere, prendono il sole degustando un Martini con l'oliva (che il giovane attendente del campo è stato addestrato a preparare) e architettano crudeli burle ai danni di chi non sta al gioco o pretende un troppo severo rispetto delle regole. Fra questi ci sono il maggiore Burns (Robert Duvall), fanatico religioso e intransigente, e la capo infermiera Houlihan (Sally Kellerman), militarista interessata alla morale e al decoro e ribattezzata da tutti "Bollore" ("Hot Lips") dopo una memorabile beffa notturna in cui è sorpresa ad amoreggiare proprio con l'inflessibile Burns (e l'audio del loro incontro è trasmesso in diretta attraverso gli altoparlanti del campo). Da ricordare anche il cappellano "Vinsanto" (René Auberjonois), l'infermiera "Brioche" (Jo Ann Pflug), il caporale tuttofare "Radar" (Gary Burghoff) e il dentista iperdotato "Cassiodoro" (John Schuck), protagonista di uno degli episodi più elaborati, quello in cui intende suicidarsi perché convinto di essere diventato impotente e omosessuale, e gli amici lo "aiutano" a modo loro (l'inquadratura che fa il verso all'ultima cena leonardesca rimane uno dei momenti più impagabili e satirici del cinema di Altman). Nel cast anche Carl Gottlieb, David Arkin, Danny Golman, Corey Fischer, Dawne Damon, Tamara Horrocks e, non accreditati, il campione di football Ben Davidson (uno degli avversari) e un giovane Sylvester Stallone.

Altri episodi esilaranti sono quelli legati alla breve trasferta in Giappone di Pierce e McIntyre, che approfittano dell'invito a operare il figlio di un deputato per godersi qualche giorno di vacanza e sbeffeggiare un colonnello, e la partita finale a football americano (anche se il doppiaggio italiano parla di rugby) contro la squadra di altro reparto, che i nostri eroi vinceranno grazie all'arrivo di un "neurochirurgo" ex giocatore professionista, "Catapulta" Jones (Fred Williamson), e naturalmente al gioco sporco (come le iniezioni di calmante ai giocatori avversari). Le riprese della partita, con la macchina da presa che si getta in campo e in mezzo alle mischie, fanno sembrare questo sport peggio della guerra! Ma è in generale tutta la forma filmica, per esempio la fotografia "grezza" e poco luminosa di Harold E. Stine, a rendere reale l'atmosfera di un film che si distanzia come non mai dallo stile pulito con cui Hollywood aveva sempre rappresentato la guerra e l'ambiente dell'esercito. Non a caso Altman dovette lottare con i produttori per mantenere nel montaggio alcune scene (quelle girate ai tavoli operatori) e un linguaggio pieno di parolacce e di battute sessiste o volgari. La colonna sonora comprende la bella canzone "Suicide is painless" di Johnny Mandel (il cui testo fu scritto da Mike Altman, figlio – allora quattordicenne! – del regista), nonchè diverse canzoni d'epoca (come "Tokyo Shoe Shine Boy", "My Blue Heaven" o "Chattanooga Choo Choo") cantate in giapponese e trasmesse attraverso gli altoparlanti del campo. E proprio questi sono un continuo spunto di gag, filo conduttore dell'intera pellicola con fior di comunicati sconclusionati, che talvolta comprendono l'annuncio dei film di guerra proiettati nel cinema del campo (l'ultimo dei quali è proprio "MASH", del quale lo speaker elenca i principali interpreti, sostituendosi ai titoli di coda). Il successo del film, sia di pubblico che di critica (vinse la Palma d'Oro a Cannes e il premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, oltre ad altre quattro nomination fra cui quelle per il miglior film e la migliore regia), darà vita a una serie tv che proseguirà per undici stagioni (senza il coinvolgimento di Altman o dei principali attori originali). In quest'ultima, così come nelle locandine del film, l'acronimo del titolo è scritto con tre asterischi che separano le lettere (M*A*S*H), anche se sullo schermo appare senza di essi.

2 commenti:

In The Mood For Cinema ha detto...

Straordinario esempio di comicità intelligentissima. Altman un grande nel gestire storie e cast corali. Fantastico davvero.

Christian ha detto...

Pellicola fondamentale, sempre divertente e da rivedere più volte! In questo tipo di film Altman è rimasto ineguagliato.