3 ottobre 2020

La vallée (Barbet Schroeder, 1972)

La vallée, aka Obscured by Clouds
di Barbet Schroeder – Francia 1972
con Bulle Ogier, Michael Gothard
***

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Interessata all'acquisto di piume di uccelli esotici, Viviane (Bulle Ogier), moglie di un diplomatico in vacanza in Nuova Guinea, si unisce alla spedizione di un gruppo di ragazzi francesi verso una valle misteriosa nel cuore dell'isola, situata fra montagne inaccessibili e in zone inesplorate e non segnate sulle mappe. Il secondo lungometraggio di Schroeder racconta di un viaggio verso l'ignoto che è contemporaneamente una ricerca della libertà e del cambiamento e un desiderio di tornare al "paradiso perduto". Già prima di partire la protagonista, ricca e annoiata borghese, si lascia attrarre dallo stile di vita libero e anticonformista dei suoi compagni di viaggio, che praticano l'amore libero e consumano droghe: e l'incontro con la natura e gli indigeni la portano lentamente a conoscere e ad esplorare sempre di più la parte più "naturale" e selvatica del mondo che la circonda e di sé stessa. La meta, come detto, è simbolicamente il "paradiso" (da cui provengono appunto gli uccelli del paradiso, il cui bellissimo piumaggio colorato è irresistibile fonte di desiderio), e il percorso per raggiungerlo – dapprima in jeep, poi a cavallo e infine a piedi, attraversando la giungla e inerpicandosi su montagne avvolte nella nebbia – è disseminato di insidie (quale il serpente, di cui inizialmente Viviane ha terrore ma con cui poi familiarizza). Ma attenzione: come Olivier (Michael Gothard), uno dei quattro compagni di Viviane, spiega a una protagonista che dopo essere stata accolta fra gli indigeni e invitata a partecipare alle loro cerimonie si illude di essere entrata a far parte della tribù, "il paradiso ha tante uscite ma nessun ingresso", e una volta persa l'innocenza è quasi impossibile ritrovarla: "dalla conoscenza non si torna indietro, e forse dovevamo fare il contrario di quello che abbiamo fatto, ovvero dare un altro morso alla mela". Gli aborigeni che appaiono sullo schermo appartenevano alla tribù Mapuga. Come il precedente "More", anche questo film ha una colonna sonora firmata appositamente dai Pink Floyd, che la pubblicarono nell'albo "Obscured by Clouds". Mai doppiata o distribuita in Italia, la pellicola è fortemente legata alla cultura hippie e anni '70. Ma per l'interessante stile quasi improvvisato e antropologico sembra anticipare certe cose di Peter Weir e Werner Herzog.

2 commenti:

Marisa ha detto...

La ricerca del Paradiso in terra è un tema mitico e ricorrente come utopia che periodicamente ritorna in varie forme...Questo film è particolarmente interessante perchè lo declina sensa sdolcinature e pericolosi ammiccamenti, riconoscendone tutta l'ambiguità. Si vogliono comprare le piume degli uccelli del paradiso e ci si scandalizza se c'è qualcuno che di frodo li uccide, si vuole vivere in uno stato di innocenza e la promiscuità provoca dolore, si crede di essere come gli aborigeni e si partecipa solo ad una mascherata...
Il finale quindi è del tutto tragico e inevitabile...
Suggestiva e molto appropriata la musica dei grandissimi Pink Floyd!

Christian ha detto...

Sì, infatti, è un film che presenta un tema significativo e suggestivo. All'epoca non fu ben accolto, ed è curioso il fatto che non sia mai giunto in Italia.