12 ottobre 2020

La febbre degli scacchi (V. Pudovkin, 1925)

La febbre degli scacchi (Shakhmatnaya goryachka)
di Vsevolod Pudovkin e Nikolai Shpikovsky – URSS 1925
con Vladimir Fogel, Anna Zemcova
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Rivisto su YouTube.

Un giovane (Vladimir Fogel) è talmente ossessionato dal gioco degli scacchi da trascurare la fidanzata Vera (Anna Zemcova), dimenticandosi persino del giorno del suo matrimonio. La "febbre degli scacchi", peraltro, sembra contagiare tutti gli abitanti della città, a prescindere dall'età, dal ruolo o dal ceto sociale, complice anche un importante torneo in corso di svolgimento con numerosi campioni internazionali. Fra questi c'è il campione del mondo José Raúl Capablanca (che interpreta sé stesso), grazie al quale anche la ragazza si appassionerà a sorpresa a questo gioco. E nel finale i due fidanzati si ritroveranno felicemente insieme ad assistere al torneo. Brillante cortometraggio comico che segna ufficialmente l'esordio alla regia di Vsevolod Pudovkin (insieme allo sceneggiatore Nikolai Shpikovsky), già assistente e allievo di Lev Kuleshov, prima delle grandi pellicole a tema storico e sociale che gli daranno la notorietà. Qui siamo in puro territorio slapstick, con gag degne delle comiche di Chaplin o Keaton (dagli infiniti gattini che fuoriescono dagli abiti del protagonista, alle scenette per la strada con poliziotti e passanti, dalle peripezie di Vera che ovunque si volti trova qualcosa di scacchistico a tormentarla, ai tentativi falliti di suicidio dei due fidanzati). Divertente anche come il film testimoni della popolarità che questo gioco (anzi, sport!) godesse già presso il pubblico russo (tanto che un'amica di Vera la mette in guardia: "Il più grande pericolo per la vita coniugale sono gli scacchi!"). Pudovkin e Shpikovsky approfittarono del torneo in corso di svolgimento a Mosca per riprendere non solo Capablanca ma anche altri famosi giocatori durante le partite. Camei per registi sovietici come Boris Barnet e Yakov Protazanov. Si dice che il corto abbia ispirato il romanzo "La difesa di Lužin" di Vladimir Nabokov.

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