7 settembre 2020

Pionieri a Ingolstadt (R. W. Fassbinder, 1971)

Pionieri a Ingolstadt (Pioniere in Ingolstadt)
di Rainer Werner Fassbinder – Germania 1971
con Hanna Schygulla, Harry Baer
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Una truppa del genio pionieri dell'esercito giunge nella città di Ingolstadt per costruire un ponte. Le ragazze del luogo, in particolare quelle delle classi inferiori, si affrettano a farsi corteggiare dai soldati. C'è chi, come Alma (Irm Hermann), passa da uno all'altro con estrema disinvoltura, suscitando la gelosia delle compagne. E chi, come la domestica Berta (Hanna Schygulla), cerca l'amore vero, illudendosi di averlo trovato in Karl (Harry Baer), soldato scontroso e malinconico che invece non si cura di lei e finirà con l'abbandonarla, anche perché ha già una fidanzata (e magari un figlio) in ogni città. Tratto da una pièce teatrale di Marieluise Fleisser (scritta nel 1928, ispirata a fatti reali, modificata in collaborazione con Bertolt Brecht e infine riveduta nel 1968), un film per la tv che è – ingiustamente – fra i lavori meno noti di Fassbinder, anche perché frutto di compromessi fra il regista e la committenza televisiva (il primo avrebbe voluto ambientarlo nella Germania contemporanea, convinto che i temi trattati – sessismo, oppressione, invidia, grettezza – fossero comuni a ogni società piccolo-borghese; l'emittente invece voleva mantenere il setting negli anni Venti, soprattutto per non offendere l'esercito: il risultato è una collocazione temporale ambigua e indistinta). Costruito su una serie di scenette vagamente interconnesse fra loro, il dramma segue le vicende di numerosi personaggi: le ragazze, i soldati (in lotta contro un dispotico sergente maggiore), i notabili del luogo (segnatamente il datore di lavoro di Berta, un arcigno negoziante, e suo figlio, un giovane inetto senza esperienze sessuali). Nel cast, Klaus Löwitsch (il sergente maggiore), Günther Kaufmann (il soldato Max), Walter Sedlmayr (il mercante Unertl), Rudolf Waldemar Brem (suo figlio Fabian), Margit Carstensen e Carla Aulaulu (Margarete e Frieda). Realizzato mentre stava smantellando il collettivo dell'Antiteater (di cui, insieme ad "Attenzione alla puttana santa", è l'ultimo titolo prodotto), il film è considerato l'ultimo lavoro del periodo formativo (1969-71) di Fassbinder, prima che il regista cambiasse il suo stile rivolgendosi al melodramma americano di Sirk come modello e girando i film che gli daranno la notorietà.

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