8 settembre 2020

It follows (David Robert Mitchell, 2014)

It Follows (id.)
di David Robert Mitchell – USA 2014
con Maika Monroe, Keir Gilchrist
***

Visto in TV.

Dopo aver fatto sesso per la prima volta con un ragazzo, la diciannovenne Jay (Maika Monroe) comincia a essere perseguitata da "qualcosa" che assume le sembianze di una persona, sempre diversa, che cammina lentamente ma inesorabilmente verso di lei, unica in grado di vederla. Se sarà raggiunta, le spiega il ragazzo, Hugh (Jake Weary), verrà uccisa: e il solo modo per sbarazzarsene è quello di "passarla" ad un altro, attraverso un rapporto sessuale. Un horror dalle premesse semplici ma ricche di significato metaforico: c'è chi ci ha visto un'analogia con le malattie sessualmente trasmissibili (come l'AIDS), chi con un rito di passaggio nel mondo adulto, chi semplicemente una variante mortale del classico gioco infantile del "Ce l'hai" (chiamato anche "It!" in inglese). Alla seconda regia, Mitchell fa un ottimo lavoro nel realizzare, con pochi mezzi (e praticamente senza effetti speciali di rilievo), un film che trasmette davvero angoscia e paura, che parte da una premessa originale ma implausibile (l'origine della "cosa" non viene mai spiegata, né tantomeno la sua natura) per poi seguirla con coerenza e senza deviazioni. Nella sua fuga per la sopravvivenza, in assenza degli adulti, Jay è aiutata dalla sorella minore Kelly (Lili Sepe) e da altri amici che credono in lei, Yara (Olivia Luccardi), Paul (Keir Gilchrist) e Greg (Daniel Zovatto), tutti caratterizzati con realismo e che per fortuna rifuggono dai comportamenti assurdi o stereotipati dei tipici teen horror, ma che trasmettono a loro volta una certa inquietudine per la rassegnazione e il cinismo con cui affrontano un pericolo in fondo inesorabile e ineludibile. Un valore aggiunto è dato dalla confezione: la musica di Disasterpeace (alias Rich Vreeland), la fotografia fredda e cupa ma sempre comprensibile e avvolgente di Mike Gioulakis, e la regia di Mitchell, che si sbizzarrisce in panoramiche a 360° e gioca con le figure che si intravedono in lontananza sullo sfondo, ciascuna delle quali potrebbe essere la "cosa" che si avvicina lentamente. Nel valorizzare così l'atmosfera, il regista ha detto di essersi ispirato a Romero e Carpenter. L'idea di base non poteva che nascere nell'ambito della cultura americana/anglosassone, così sessuofoba e repressa: ma la pellicola la sviluppa nel modo giusto, senza degenerare, e anzi esplorando (anche grazie a ottimi dialoghi) i sottotesti psicologici sulle paure del sesso per gli adolescenti (Jay non vuole farlo con Paul perché non lo ama, oppure al contrario perché gli è affezionata e non vuole metterlo in pericolo?).

4 commenti:

In The Mood For Cinema ha detto...

A me è piaciuto veramente molto e ci ho rivisto tantissimo di Carpenter, però rielaborato e non semplicemente copiato.

Christian ha detto...

Infatti anche il regista ha citato Carpenter fra le sue fonti di ispirazione! Ma concordo nel non vederci una semplice copia: a suo modo il film è originale sia nei contenuti che nella realizzazione.

Jean Jacques ha detto...

Una prima parte ottima e una seconda che fa diversi scivoloni - la piscina...
Però le atmosfere che ha saputo ricreare le ricordo ancora perfettamente. Qualcosa vorrà dire...

Christian ha detto...

Le atmosfere sono molto belle, merito di regia, fotografia e colonna sonora. Ma a me è piaciuta anche la caratterizzazione dei personaggi, più realistica del tipico teen movie.