Youth (Feng Xiaogang, 2017)
Youth (Fang hua)
di Feng Xiaogang – Cina 2017
con Huang Xuan, Miao Miao
**1/2
Visto all'Auditorium San Fedele, con Marisa, in originale con sottotitoli (FESCAAAL).
Trent'anni di storia della Cina (dalla Rivoluzione Culturale alla morte di Mao, dalla guerra sino-vietnamita ai cambiamenti sociali e le riforme del paese) raccontate attraverso la vita, le amicizie, il cameratismo, gli amori, i tradimenti, i sacrifici e le sofferenze di un gruppo di giovani artisti (musicisti e ballerine) della "troupe artistica" dell'esercito cinese, una speciale compagnia di canto e danza incaricata di esibirsi in occasione di eventi e manifestazioni propagandistiche. La voce narrante è quella di Suizi (Zhong Chuxi), alter ego della scrittrice Yan Geling (dal cui romanzo – da lei stessa sceneggiato e parzialmente autobiografico – è tratto il film). E nonostante l'impostazione corale, la pellicola segue in particolare le vicende di due personaggi: Liu Feng (Huang Xuan), soldato modello, gentile e ammirato da tutti, che però soffrirà per amore, finirà a combattere in prima linea e diventerà un invalido di guerra; e He Xiaoping (Miao Miao), giovane ballerina figlia di un intellettuale esiliato durante la rivoluzione culturale, bullizzata e maltrattata dalle compagne, ma dotata di una grande forza di volontà. Fra colossal e melodramma, il film è forse un po' enfatico, nostalgico e patinato (da notare, per esempio, il lungo ed elaborato piano sequenza dell'assalto alla carovana durante la guerra): ma riesce comunque a descrivere in maniera equilibrata un passato ricco di idealismo ed entusiasmo (quello della gioventù, appunto), mettendolo a confronto con le amarezze e la disillusione del presente (e della maturità).
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