27 marzo 2019

Los silencios (Beatriz Seigner, 2018)

Los silencios
di Beatriz Seigner – Brasile/Colombia 2018
con Marleyda Soto, Enrique Diaz
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Visto all'Auditorium San Fedele, con Marisa, in originale con sottotitoli (FESCAAAL).

In fuga dalla guerra civile che per decenni ha insaguinato la Colombia, una donna e il suo figlioletto giungono su un'isola nei pressi del confine con il Brasile. E mentre cercano di riprendere una vita normale (attraverso il lavoro e la scuola), al loro fianco si muovono anche gli spiriti dei loro defunti: il marito, guerrigliero rimasto ucciso in battaglia, e la figlia più grande, Nuria. Un film stupefacente, permeato da un "realismo magico" che si fa via via sempre più esplicito (all'inizio non è affatto chiaro che, oltre al padre – del quale il figlio indossa gli stivali, il cappello, il fucile – anche Nuria è in realtà un fantasma: la verità, un po' come ne "Il sesto senso", viene alla luce poco a poco, suggerita da scene, dettagli e dialoghi sparsi, oltre che dal fatto che la bambina non parla mai con nessuno). Il clou si ha nella bellissima scena dell'incontro notturno fra i vivi e i morti, con i primi che domandano ai secondi quale sia il loro punto di vista sulle trattative di pace in atto fra il governo e le FARC: è giusto dimenticare, perdonare e andare avanti, oppure le ferite che il paese ha ricevuto sono ancora troppo fresche e dolorose per essere chiuse così rapidamente? La pellicola è ambientata nella "Isla de la fantasia", dove appunto il presente si congiunge con il passato (ed entrambi sono minacciati dal futuro, sotto la forma di speculazioni economiche o immobiliari). Particolarmente suggestiva la sequenza finale, quella del funerale sull'acqua, quando i defunti appaiono ancora una volta al fianco dei loro cari, ricoperti da colorati simboli e segni tribali come quelli degli antenati mitici. E i colori luminescenti e "fluo" che ne rivelano la natura ultraterrena finiscono per trasferirsi anche sui titoli di coda.

2 commenti:

Marisa ha detto...

In una cultura dove il rapporto tra i vivi e i morti è sempre presente, qui si aggiunge un tocco di visione poetica e trascendente che fa esplodere il finale in una fantasmagoria che dà i brividi.

Christian ha detto...

Il finale è veramente molto bello. In America Latina (basti pensare anche al "giorno dei morti" messicano), il rapporto fra i vivi e i defunti assume spesso una dimensione concreta e serena, ma anche magica e surreale, di particolare fascino.