11 marzo 2019

I figli di Hitler (Edward Dmytryk, 1943)

I figli di Hitler (Hitler's Children)
di Edward Dmytryk – USA 1943
con Tim Holt, Bonita Granville
*1/2

Visto in TV, in originale con sottotitoli.

Film di propaganda che affronta il tema della Hitler-Jugend, l'organizzazione giovanile paramilitare del partito nazista. Diretto da un Dmytryk ancora agli esordi (che sostituì il regista inizialmente previsto, Irving Reis), riscosse un enorme e inaspettato successo al botteghino: merito del soggetto, che tutto sommato non banalizza l'argomento, e degli interpreti, convincenti nelle rispettive parti. La storia inizia nella Berlino del 1933, quando due studenti – Anna (Granville), che frequenta la scuola americana, e Karl (Holt), indottrinato al nazismo in un istituto che sorge proprio di fronte – si scontrano a ripetizione, in nome delle rispettive ideologie, prima di accorgersi di essere innamorati l'uno dell'altra. Negli anni successivi, man mano che il partito di Hitler acquista potere, Karl fa carriera come ufficiale della Gestapo, mentre Anna continua a professare il suo amore per la libertà. Quando il ragazzo sarà incaricato di deportare Anna in un campo di rieducazione, cercherà di salvarla a costo della propria vita. Dietro il canovaccio sentimentale, il film attacca con toni accesi il fanatismo degli educatori e il lavaggio del cervello cui venivano sottoposti i giovani tedeschi sin dalla tenera età: esemplare la testimonianza dell'anziano docente che afferma di non essere libero di parlare nemmeno in casa propria e davanti ai propri figli. Fra le scene clou anche il confronto (alquanto improbabile) fra il vescovo (H.B. Warner) e il colonnello tedesco (Otto Kruger), che afferma che nella nuova Germania non ci sarà posto per le chiese. Kent Smith è il professor Nichols, direttore della scuola americana.

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