31 marzo 2019

Ancora un giorno (De la Fuente, Nenow, 2018)

Ancora un giorno (Another Day of Life)
di Raúl de la Fuente, Damian Nenow – Polonia/Spagna 2018
animazione rotoscope
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Visto all'Auditorium San Fedele, con Marisa, in originale con sottotitoli (FESCAAAL).

Nel 1975 il giornalista e scrittore polacco Ryszard Kapuściński si trova in Angola come corrispondente di guerra, ed è testimone del conflitto civile che esplode nel paese dopo che è stato abbandonato in fretta e furia dai colonialisti portoghesi. Gli scontri fra le due fazioni, spalleggiate rispettivamente da USA e URSS (allora in piena guerra fredda), fanno precipitare il paese nel caos (o nella confusão, per usare il termine locale). Questo bel documentario in animazione rotoscope è ispirato al libro scritto dallo stesso Kapuściński, integrato da filmati e interviste ad alcuni dei protagonisti di allora (un paio di giornalisti angolani che collaborarono con lo scrittore, il comandante portoghese Farrusco che guidò la resistenza nel sud del paese), e fa un ottimo lavoro nel descrivere l'atmosfera di quei giorni, ritraendo la situazione politica e sociale ma anche il difficile mestiere del corrispondente di guerra. Lo stesso Kapuściński si scopre legato a doppio filo alle sorti del conflitto, quando deve prendere la difficile decisione se comunicare o meno al mondo la notizia dell'intervento delle forze cubane (per far fronte all'invasione da parte del Sudafrica), rivelando così la verità ma rischiando di provocare la reazione degli Stati Uniti. La riflessione (l'osservatore perturba la realtà con la sua sola presenza?) ricorda uno dei concetti alla base della meccanica quantistica. Fra diario di viaggio, testimonianza storica e collezione di ritratti di personaggi indimenticabili (come Carlota, la giovane e carismatica soldatessa che accompagna Kapuściński e un suo collega al fronte), il tono del racconto è coinvolgente, stimolante, e mai retorico o superficiale. Anche l'animazione è ben fatta: l'uso dei disegni consente di rendere sullo schermo (in maniera anche surreale e immaginifica) sequenze che girate dal vivo sarebbero state irrimediabilmente cruente.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Molto bello, soprattutto per il coraggio e la grande umanità di Kapuscinski, degno collega di Tiziano Terzani.

Christian ha detto...

Come già in "Valzer con Bashir", ma qui in maniera persino migliore, l'uso dei disegni e dell'animazione non solo non semplifica o sminuisce la materia trattata, ma consente di scavare anche più a fondo nel tema e nel vissuto dei personaggi (penso alle sequenze oniriche o da incubo legate alla guerra).