Colossal (Nacho Vigalondo, 2016)
Colossal (id.)
di Nacho Vigalondo – USA/Canada/Spagna/Corea 2016
con Anne Hathaway, Jason Sudeikis
**1/2
Visto in TV.
Mollata dal fidanzato e decisa a rimettere un po' di ordine nella sua disastrata vita, Gloria (Hathaway) lascia New York per tornare nella cittadina del New England dove è nata e cresciuta. Qui riallaccia i contatti con Oscar (Sudeikis), suo compagno di scuola delle elementari, che ora gestisce un bar dove la ragazza viene assunta come cameriera. Ma la scoperta di avere un misterioso legame con un gigantesco mostro che ogni giorno semina il panico fra le strade di Seul, a mezzo mondo di distanza, la sconvolgerà e la costringerà a fare i conti con sé stessa... Film originale e bizzarro, che riesce mirabilmente (e incredibilmente) a fondere due generi cinematografici che sembrerebbero davvero agli antipodi: il chick flick romantico-esistenziale e i film di mostri (o kaiju eiga: alla "Godzilla", per intenderci). Anche se meno filosofico (e pretenzioso) di altre pellicole con spunti simili (penso ad "Another Earth" o anche, se parliamo di trovate surreali, a "Essere John Malkovich"), il film può essere gustato sia come semplice pellicola di genere fantastico che come metafora (Gloria deve far fronte al "mostro dentro di lei", una creatura distruttiva che personifica i suoi difetti come l'irresponsabilità, l'indolenza, la mancanza di autocontrollo e la dipendenza dall'alcol: e salvare la città di Seul diventerà un po' come salvare sé stessa). Assai divertente il modo in cui le tensioni amorose o le dinamiche di amicizia (gelosie, ripicche), spesso favorite dalla condizione di ubriachi in cui sia la protagonista che l'amico si ritrovano, si traducano negli scontri fisici fra il mostro e il robot gigante che gli si oppone. Peccato soltanto che questa parte del film non sia stata ambientata, come da tradizione, a Tokyo (pare che la Toho abbia diffidato i produttori dal riproporre troppo sfacciatamente Godzilla e la sua mitologia sullo schermo). Nel complesso: molto divertente, anche se basato su una sola idea (e con qualche problema nella caratterizzazione di alcuni personaggi, Oscar in primis). Il regista spagnolo Vigalondo, specializzato nella fantascienza, aveva già dimostrato nei suoi lavori precedenti di amare le commistioni di generi. Brava e autoironica la Hathaway. Nel cast anche Dan Stevens, Austin Stowell e Tim Blake Nelson.
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