Gli stigmatizzati (Carl T. Dreyer, 1922)
Gli stigmatizzati (Die Gezeichneten)
di Carl Theodor Dreyer – Germania 1922
con Vladimir Gajdarov, Polina Piekowskaia
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Visto su YouTube, con cartelli in inglese.
Nella Russia zarista, scossa dai fremiti della rivoluzione del 1905, la giovane ebrea Hanne-Liebe (Polina Piekowskaia) deve fare i conti con l'ostilità e l'antisemitismo degli abitanti del suo villaggio... Primo film girato da Dreyer in Germania, dal respiro internazionale: l'ambientazione è appunto russa, così come molti degli interpreti (fra le comparse ci sono numerosi ebrei russi che erano fuggiti appunto dai pogrom del 1905 per rifugiarsi in Germania), ma il cast comprende anche attori danesi, tedeschi e polacchi. Thorleif Reiss interpreta il giovane e idealista rivoluzionario Sasha, innamorato della protagonista sin dall'infanzia, che la salverà dalla folla nella drammatica scena finale. Wladimir Gadjarov è Jakov, il fratello maggiore di Hanne-Liebe, che ha "tradito" la famiglia ripudiando la fede ebraica e diventando un celebre avvocato a San Pietroburgo (ma tornerà sui suoi passi e riconoscerà i propri errori). Il film è comunque ricco di personaggi minori e denso di situazioni, frose anche troppo, e ha il merito di ritrarre con un certo realismo e un senso di autenticità (e qualche tocco melodrammatico, dovuto forse all'origine letteraria del soggetto, da un romanzo semi-autobiografico di Aage Madelung del 1918) una tragedia storica che allora era relativamente recente (e che, purtroppo, prefigura quello che accadrà nuovamente proprio in Germania una quindicina di anni più tardi). Dreyer vivacizza il tutto con uno stile ricco di stacchi di montaggio, di primi piani (anche su oggetti), di cambi d'ambientazione, passando da un personaggio all'altro e rendendoli tutti vivi a loro modo (si pensi a Gadja, il figlio del mercante russo; all'infiltrato della polizia zarista che tradisce i rivoluzionari; al falso monaco che semina fra la popolazione l'odio per gli ebrei; per non parlare di tante altre figure minori, dal "pretendente" di Hanne-Liebe alla spia-prostituta a San Pietroburgo). Da notare anche la sovrimpressione nella scena del sogno di Jakov. Forse la storia risulta un po' compressa e mescola troppi temi (la rivoluzione, i pogrom, le vicende personali e familiari di Hanne-Liebe e del fratello), ma l'affresco che ne risulta ha sicuramente il suo valore, storico prima ancora che artistico. Da tempo il film era ritenuto perduto, prima che se ne trovasse una copia con cartelli in russo in un archivio di Tolosa.
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