9 settembre 2020

La casa degli amori particolari (Y. Masumura, 1964)

La casa degli amori particolari (Manji)
di Yasuzo Masumura – Giappone 1964
con Kyoko Kishida, Ayako Wakao
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Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Sonoko (Kyoko Kishida), ricca e annoiata moglie di un avvocato, si invaghisce della giovane Mitsuko (Ayako Wakao), che ha conosciuto a un corso di disegno. La relazione fra le due donne finirà per coinvolgere anche il marito di Sonoko, Kotaro (Eiji Funakoshi), rivoluzionando il loro rapporto ormai sterile, e l'ambiguo fidanzato di Mitsuko, l'impotente Watanuki (Yusuke Kawazu). Sceneggiato da Kaneto Shindo, è il primo adattamento cinematografico di un celebre romanzo di Junichiro Tanizaki, "La croce buddista" del 1928 ("Manji", il titolo originale, è il nome con cui i giapponesi designano la svastica, simbolo che con i suoi quattro bracci si riferisce ai quattro amanti interconnessi nel racconto), portato poi al cinema numerose altre volte (è alla base, fra gli altri, di "Interno berlinese" di Liliana Cavani). Fedele alla trama originale, la pellicola ne conserva tutti gli elementi principali: la morbosità psicologica, la struttura labirintica, l'ossessione per la bellezza che porta all'(auto)distruzione, la natura letteraria (l'intera vicenda è narrata da Sonoko a un misterioso ascoltatore, un uomo che resta muto e che potrebbe essere uno scrittore, un agente di polizia, o un rappresentante degli spettatori stessi). Non mancano infatti inganni, manipolazioni, sospetti e tentativi di suicidio. Peccato solo che il film possa oggi risultare un po' datato, per via di un'evoluzione dei rapporti fra i personaggi che, se funziona in astratto sulla pagina scritta, risulta più inverosimile nel realismo di una rappresentazione cinematografica che sfiora l'exploitation (ma che non supera mai il confine del cattivo gusto, mantenendo anzi una certa raffinatezza nella composizione). Ayako Wakao era la musa del regista, protagonista in una ventina dei suoi film.

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