13 maggio 2021

Il giardino delle vergini suicide (S. Coppola, 1999)

Il giardino delle vergini suicide (The Virgin Suicides)
di Sofia Coppola – USA 1999
con Kirsten Dunst, Josh Hartnett
***

Rivisto in DVD.

Raccontato in flashback, 25 anni dopo i fatti, da uno dei ragazzi del vicinato che hanno assistito da lontano a tutta la vicenda, la storia del misterioso suicidio delle cinque sorelle Lisbon – Cecilia (Hanna R. Hall), di 13 anni; Lux (Kirsten Dunst), di 14; Bonnie (Chelse Swain), di 15; Mary (A. J. Cook), di 16; Therese (Leslie Hayman), di 17 – cresciute nella bambagia di una famiglia benestante e altoborghese in un ricco quartiere residenziale alla periferia di Detroit. Anche se gli indizi sul motivo dei suicidi in qualche modo non mancano (l'asfissia della famiglia in primis, con genitori molto severi, protettivi e oppressivi: il padre, insegnante nella loro stessa scuola, è debole e sottomesso; la madre, casalinga, è bigotta e intransigente, tanto che giunge a rinchiudere le figlie in casa), i veri pensieri e l'indole delle ragazze rimangono sempre evasivi e sfuggenti, un vero e proprio enigma agli occhi dei ragazzi osservatori, che ammettono la loro incapacità di afferrare o conoscere l'animo femminile ("Capimmo che sapevano tutto di noi, e che noi non potevamo comprenderle affatto"). Il primo lungometraggio di Sofia Coppola, figlia del grande regista Francis Ford Coppola e anche sceneggiatrice, che ha adattato l'omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides, rimane tuttora uno dei suoi lavori più interessanti. Nonostante l'ambientazione quasi contemporanea (siamo negli anni Settanta), a tratti l'estetica ricorda il vittoriano "Picnic a Hanging Rock" di Peter Weir: sarà per l'atmosfera sospesa di mistero ed enigma (la vicenda è rivissuta nei ricordi dei ragazzi quasi come si sia trattato di uno strano sogno), o per l'aspetto virginale – appunto! – delle ragazze, tutte bellissime e biondissime, quasi indistinguibili l'una dall'altra (anche se l'enfasi è soprattutto sulle due più giovani, e su Lux in particolare). James Woods e Kathleen Turner sono i due genitori, Josh Hartnett è Trip, il "bello" della scuola che si innamora di Lux (interpretato da Michael Paré da adulto). Piccole apparizioni per Scott Glenn (il prete) e Danny DeVito (lo psichiatra). Il titolo italiano fa riferimento alla scena in cui gli alberi del giardino di casa, malati, vengono abbattuti nonostante le proteste delle ragazze, che vi si identificano. La colonna sonora (ispirata alle sonorità dei Pink Floyd) è opera del duo francese di musica elettronica Air.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Film indimenticabile e "visionario". Le "epidemie" di suicidi giovanili erano conosciute anche nell'antichità e proprio con riferimenti agli alberi in cui si impiccavano le giovani ragazze in una specie di raptus collettivo...Per ricordarle si celebravano le feste "dell'altalena" e cisi riferiva al mito di Erigone, la figlia di Icario a cui Dioniso aveva donato la vite. I vicini ubriachi lo uccisero credendosi avvelenati e la figlia, Erigone appunto, una volta scoperto il cadavere del padre, si suicidò impiccandosi ad un albero...

Christian ha detto...

Il legame fra le ragazze e gli alberi è anticipato già da una scena all'inizio del film, in cui il "fantasma" di Cecilia, la prima a essersi suicidata, compare sul ramo di un albero della strada.
E naturalmente fra alberi e suicidi c'è un rapporto antichissimo, da Giuda Iscariota alla foresta giapponese di Aokigahara...