25 maggio 2021

Le cose che verranno (Mia Hansen-Løve, 2016)

Le cose che verranno (L'avenir)
di Mia Hansen-Løve – Francia/Germania 2016
con Isabelle Huppert, Roman Kolinka
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Visto in divx.

La vita di Nathalie (Isabelle Huppert), insegnante di filosofia in un liceo parigino, sembra cambiare improvvisamente nel giro di pochi mesi: il marito Heinz (André Marcon), dopo venticinque anni di matrimonio, le confessa di amare un'altra donna e va a vivere con lei; l'anziana madre (Édith Scob), ansiosa e depressa, viene prima ricoverata in una casa di riposo e poi muore; i figli vanno via di casa e mettono su famiglia; la casa editrice per cui pubblica i suoi saggi, in seguito a "valutazioni della divisione marketing", le fa sapere che non intende proseguire la collaborazione... Ma la donna andrà avanti comunque, adattandosi alle nuove situazioni e trovando nuove gratificazioni in ciò che la vita le regala (come la nascita di un nipotino). Ritratto di una donna immersa in un mondo che rischia di lasciarla dietro mentre invecchia (gli studenti picchettano e contestano fuori dalla scuola, il marito si trova una donna più giovane, i suoi libri non vanno più incontro ai gusti del pubblico, lei stessa diventa nonna e si scopre lontana dalle idee dei giovani). La ritrovata "libertà", dopo anni in cui non aveva mai messo in discussione il proprio stile di vita ("Con mio marito ascoltavamo gli stessi dischi da vent'anni"), l'aiuterà a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé stessa: proprio come Pandora, l'anziana gatta della madre che ha dovuto adottare dopo la morte di lei (pur essendo allergica), sempre vissuta in casa ma che alla prima visita in campagna fugge alla scoperta dei propri istinti e del proprio essere, per tornare il mattino dopo con un topo in bocca! Ad aiutarla a trovare questa consapevolezza è il giovane Fabien (Roman Kolinka), il suo ex allievo prediletto, dalle idee anarchiche, radicali e anticonformiste ma almeno sincero con sé stesso, al quale proprio lei ha insegnato a essere coerente e a pensare con la propria testa. Il film narra tutto questo senza eccessi, scene madri o gridate, in maniera molto naturale e delicata, come "normale" e quotidiana è l'intera pellicola, calma e pacifica ("Deep peace" è il titolo della canzone di Donovan che si sente nel finale). "Finché si desidera, si può fare a meno di essere felici, perché si aspetta di esserlo. E se la felicità non arriva, la speranza si prolunga... Guai a chi non desidera più niente", recita un testo di Rousseau che Nathalie legge in classe ai suoi allievi. Ottima, come sempre, la Huppert. Nella colonna sonora spicca un bellissimo Lied di Schubert, "Auf dem Wasser zu singen".

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