21 marzo 2021

Sound of metal (Darius Marder, 2020)

Sound of metal (id.)
di Darius Marder – USA 2020
con Riz Ahmed, Olivia Cooke
**1/2

Visto in TV (Prime Video), con Sabrina.

Il batterista Ruben (Riz Ahmed) perde improvvisamente l'udito. Non rassegnandosi alla sua condizione, cerca di mettere insieme il denaro necessario a una difficile operazione chirurgica per l'impianto di una protesi acustica (anche se potrà restituirgli soltanto un suono artificiale e metallico). E nel frattempo, su suggerimento della fidanzata Lou (Olivia Cooke), trova accoglienza in una comunità di recupero dove potrà apprendere il linguaggio dei segni e soprattutto imparare ad accettare la sua nuova realtà. Sarà l'occasione per cambiare vita e ripulirsi dalle scorie di quella precedente (Ruben ha un passato di tossicodipendenza)? E riuscirà a giungere finalmente ad apprezzare anche il silenzio? Primo lungometraggio di finzione diretto da Darius Marder, in precedenza sceneggiatore per Derek Cianfrance ("Come un tuono"), il quale ha ricambiato il favore all'amico cedendogli quello che era un suo progetto originale, basato su esperienze personali di batterista affetto da acufene. Il tema del musicista (dunque di qualcuno la cui vita ruota intorno al suono) che perde l'udito, magari proprio per l'eccessiva esposizione alla musica alta, è ovviamente un classico, con sottotesti karmici e ironici, da Beethoven in poi. Sfidando le trappole della retorica, il film vi aggiunge quello del personaggio tormentato e ribelle che deve imparare a trovare la pace e un proprio equilibrio interiore. Gli attori che interpretano i membri della comunità di non udenti sono quasi tutti non professionisti affetti veramente da sordità, mentre Paul Raci (Joe, il fondatore della comunità) è figlio di genitori sordi e dunque conosce a menadito la lingua dei segni. Nel cast anche Mathieu Amalric, il padre francese di Lou. Grande successo di critica, con sei nomination agli Oscar per il miglior film, la sceneggiatura, il montaggio, gli attori (Ahmed e Raci) e quello che forse è il valore aggiunto della pellicola, ovvero il sonoro, che "simula" le sensazioni acustiche del protagonista lasciando che anche gli spettatori sperimentino cosa si prova a vivere all'improvviso in un mondo dove le voci e i suoni che ci circondano giungono ridotti o ovattati.

1 commento:

Christian ha detto...

Aggiornamento Oscar: "Sound of metal" ha vinto due premi, quello per il montaggio e (meritatamente) quello per il sonoro.