7 marzo 2021

Domenica alle 6 (Lucian Pintilie, 1966)

Domenica alle 6 (Duminică la ora 6)
di Lucian Pintilie – Romania 1966
con Dan Nuțu, Irina Petrescu
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Visto in divx, in originale con sottotitoli.

I giovani Radu (Nuțu) e Anca (Petrescu) si incontrano per caso a un ballo e si innamorano, prima di scoprire che fanno entrambi parte della stessa organizzazione clandestina e che proprio lei era la ragazza che lui doveva incontrare "domenica alle 6". La loro storia d'amore si dipana in parallelo alle vicende della resistenza che si oppone all'oppressione fascista in Romania (siamo negli anni della seconda guerra mondiale), anzi spesso ha il sopravvento... Pellicola che segna l'esordio dietro la macchina da presa per il regista teatrale Lucian Pintilie, che con i suoi film successivi (su tutti "La ricostituzione", "La bilancia" e "Terminus Paradis") racconterà la storia della Romania da inediti e intelligenti punti di vista. In questo primo film è già evidente una certa sofisticazione del linguaggio cinematografico, con notevoli influenze del cinema francese della Nouvelle Vague (Godard e Truffaut), ma anche con una sua cifra personale e originale: la regia dinamica con i primi piani ravvicinati, l'uso della camera a mano, il montaggio non lineare (numerose sequenze ripetute, come la carrellata lungo il palazzo di ringhiera, la soggettiva nel corridoio buio di un edificio diroccato o le scene alla stazione ferroviaria, anticipano momenti successivi), per non parlare dell'ottimo uso del sonoro o della direzione degli attori. L'attenzione è tutta sui personaggi e sui loro sentimenti, mentre il contesto storico non è approfondito più di tanto (la storia potrebbe benissimo svolgersi ai giorni nostri, anzi simbolicamente è proprio così: la società repressiva in cui i protagonisti si muovono riecheggia quella contemporanea del regime comunista e della Securitate; non a caso prima di ottenere l'autorizzazione a girare Pintilie dovette lottare a lungo con la censura). Nonostante la tragicità della vicenda, si respira un'aria fresca e leggera, tipica degli amori giovanili, con personaggi che riescono ad abbinare la lotta politica clandestina (anche a costo della vita) con giochi ed esplorazioni, segno del loro anelito di libertà. Graziela Albini interpreta Maria, la donna che fa da "collegamento" fra i due innamorati all'interno della resistenza.

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