Il peccato (Andrei Konchalovsky, 2019)
Il peccato - Il furore di Michelangelo
di Andrei Konchalovsky – Italia/Russia 2019
con Alberto Testone, Jakob Diehl
**1/2
Visto in TV (Now Tv).
Alcuni episodi della vita di Michelangelo Buonarroti (interpretato da un Alberto Testone somigliantissimo al ritratto di Daniele da Volterra), negli anni in cui il papato passa dalla famiglia dei Della Rovere (Giulio II, che gli commissiona l'affresco della volta della Cappella Sistina e il proprio monumento funebre) a quella dei Medici (Leone X, che gli impone di abbandonare gli impegni presi con i rivali in favore di nuovi incarichi). Konchalovsky non ci mostra però mai il grande artista direttamente al lavoro, bensì lo ritrae impegnato a destreggiarsi in tutte le questioni e le difficoltà tangenziali: i problemi economici, i tempi di consegna perennemente "sforati", i rapporti con la famiglia o con i propri giovani assistenti (Jakob Diehl e Francesco Gaudiello), la rivalità con Raffaello, i litigi e i rancori, le relazioni sociali e politiche, la personalità scostante e solitaria, a volte ai limiti della pazzia (con tanto di visioni mistiche e di un costante dialogo interno con Dante Alighieri, sua sorta di guida spirituale)... Ne esce il ritratto di un artista tormentato e solitario, che si barcamena fra la bellezza del Rinascimento e la brutalità di un contesto dominato da miseria, violenza e volgarità (mai edulcorate). L'impronta "russa" della pellicola si vede: a tratti si ritrovano echi dell'"Andrej Rublev" di Tarkovskij (film che fu co-sceneggiato proprio da Konchalovsky), specialmente nelle scene che mostrano il lavoro e la fatica (anche fisica) dietro l'opera d'arte (in particolare nelle lunghe sequenze dell'estrazione e del trasporto dell'enorme blocco di marmo, detto "il mostro", che Michelangelo va a scegliersi personalmente nelle cave di Carrara). Suggestiva la ricostruzione storica (con costumi essenziali e una fotografia desaturata che ammanta di austerità Roma, Firenze e le Alpi Apuane) e in generale un approccio che vuole più scavare nell'anima di un personaggio contraddittorio (a proposito del denaro, delle amicizie, della religione), perennemente irascibile e intrattabile ma al tempo stesso sensibile e portatore di un intero mondo dentro di sé, che non indugiare sugli aneddoti della sua biografia (non ci sono riferimenti, per esempio, alla sua presunta omosessualità). Nel cast, in ruoli minori, anche Orso Maria Guerrini (il marchese Malaspina) e Antonio Gargiulo (Francesco Maria della Rovere).
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