30 marzo 2021

Non sono più qui (Fernando Frías, 2019)

Non sono più qui (Ya no estoy aquí)
di Fernando Frías de la Parra – Messico 2019
con Juan Daniel Garcia Treviño, Angelina Chen
***

Visto in TV (Netflix), in originale con sottotitoli.

Il diciassettenne Ulises (Garcia) è il leader dei "Terkos" di Monterrey, banda di ragazzi di strada appassionati di cumbia, danza tipica latinoamericana su ritmi e musiche che vengono ascoltate e ballate in versione appositamente "rallentata". Coinvolto casualmente in una faida fra trafficanti rivali di droga, è costretto a fuggire dal Messico per emigrare clandestinamente negli Stati Uniti, a New York. Qui però, nonostante l'amicizia con la giovane cinese Lin (Chen), faticherà ad adattarsi a un nuovo stile di vita. Anche perché, nonostante le molte difficoltà, non intende rinunciare alla propria cultura. Raccontato in maniera non lineare (le scene a New York si alternano con quelle, presentate in flashback, della vita precedente di Ulises in Messico), un film che si dipana lento ma caldo e immergente, gettando uno sguardo su una particolare controcultura, chiamata "Kolombia", quella appunto della cumbia rebajada, vero e proprio simbolo di identità e di gruppo (i ragazzi, oltre a ballare, hanno gesti, segni e simboli che li identificano, per non parlare dell'abbigliamento e delle acconciature eccentriche come quelle che Ulises sfoggia con orgoglio anche a New York). Siamo di fronte a una sorta di (neo)realismo di strada, dove il contesto è quasi più importante della storia e dei personaggi, e dove l'autodeterminazione e l'identità sono messe a dura prova dalle difficoltà sociali ed economiche, tanto in patria (i cartelli della droga, la violenza e le rivolte contro la polizia) quanto in esilio (i problemi di integrazione, l'indifferenza o l'ostilità verso gli immigrati). In poche parole, è uno di quei film immersivi che "apre un mondo". Molto bello anche il rapporto fra il giovane messicano e la sedicenne cinese, che parlano lingue diverse senza capirsi ma che in qualche modo entrano in contatto fra loro attraverso gli sguardi, la musica e il ballo. Gli attori sono quasi tutti non professionisti, scelti fra veri ragazzi messicani dediti alla cumbia.

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